Girovagando per il mondo

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    Meteo: Pioggia forte e incessante
    Tempo: Primo pomeriggio
    Post di combattimento: 5

    Era da un po' di giorni che girovagavo per il mondo. Cercavo senza fermarmi un posto che mi potesse dare un minimo senso di sicurezza. Avevo disertato dalla guerra in modo improvviso, e senza dare spiegazione a nessuno dei miei compagni di missione; tra i quali compagni spiccava Drey Farset, che potevo accusare di conoscere la mia vera identità, in un certo senso. Lo immaginavo già a meditare vendetta o a immaginarsi innumerevoli modi appariscenti per mandarmi all'altro mondo. Sebbene potesse sembrare il contrario, questo era l'ultimo dei miei pensieri, dato che fuggire — e l'avevo scoperto da tanti anni ormai — era un dono che mi era stato dato innato alla nascita, insieme alla mia abilità oculare.
    Preoccupazione più impellente era la sorte di Yukigakure, anche se ero quasi sicuro che, Hirozumo, avesse già provveduto a far affiggere un manifesto ben disegnato con la mia faccia sopra. Pochi giorni addietro avevo letto una notizia riguardo la distruzione di un piccolo villaggio nell'ovest del continente, qualcosa di non molto vistoso, ma un'impresa assolutamente incredibile se si pensa compiuta da un solo shinobi, o meglio, da una sola entità. Rileggendo le parole di quell'articolo, su quel giornale, in quella taverna a Takumi quel giorno, risvegliavo un fantasma del passato recidivo a morire; così il nome di quel Gilgamesh, dapprima denominato Inuzuka dai pii dell'Akatsuki, ripiombò tra le cronache mondane e nella mia vita come un airone in atterraggio.
    Il sontuoso alone di mistero che celava quella figura aveva raggiunto anche me ormai, che da eroe e salvatore di una patria non mia, mi sentii uno stupido dilettante che credeva di aver ucciso un mostro. Purtroppo non ero riuscito a far fuori proprio nulla, quel giorno a Yukigakure tanti anni fa. L'articolo lo recitava chiaro e preciso: " L'entità sotto il nome di Gilgamesh, ormai quasi venerata come un Dio della morte, torna a seminare il terrore nei paesi dell'ovest. Superbo e veloce, quello che sembra essere il fantasma di uno Shinobi delle guerre passate, distrugge in un sol colpo un villaggio e sparisce di nuovo ... "
    E continuando a ripetermele nella mente, quelle parole, riuscivo ad ignorare il temporale che mi accerchiava come un esercito di formiche e tentava invano di bagnarmi, mentre io, riparato sotto le fronde di un sontuoso ulivo, consumavo il mio tempo meditando sul come riscattare il mio onore.
    In effetti, pensandoci bene, nessuno oltre agli abitanti di Yukigakure ha visto quello che è successo quel giorno.
    Voltandomi poi su un fianco e rileggendo nervosamente le righe appena scritte sul libricino nero. Ormai scrutavo quelle pagine da ore, ma non ero stanco ancora.
    Vuol dire che sono stato fortunato quella volta. E' riuscito a scampare all'amatarasu, forse la tecnica più potente di cui dispongo. E riguardo a quello che ho letto, beh... da solo ha raso al suolo un villaggio...
    Adesso era l'incertezza ad impossessarsi di me; un sentimento che provavo in ogni secondo della mia vita, e che nella maggior parte dei casi mi poneva davanti a delle scelte. Onore, stupido onore, quante volte mi aveva spinto vicino alla morte per poi tirarmi via, come un falco che cattura una serpe tra i cespugli e la porta nel cielo azzurro per poi farla ricadere?
     
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    23.1 PESCA GROSSA



    pesca_fiume



    Mancavano solo due giorni alla festa di compleanno di Keisuke. E siccome sapeva del mio passato di pescatore, egli mi affidò il compito di assicurare l'abbondanza di pesce per il banchetto serale. Me ne aveva parlato molto in anticipo, ma un po' per colpa degli impegni ufficiali e un po' per colpa della mia pessima memoria, avevo procrastinato la questione fino ad adesso. Ed ora per non deludere il mio amico dovevo sfruttare per forza quel giorno di pausa per procurarmi dei pesci da conservare per la festa. Così partii all'alba, dirigendomi verso il fiume che aveva la fama di essere maggiormente pescoso del Paese. Il posto era poco distante da Takumi, meno di due chilometri e quindi lo raggiunsi in poco tempo. Mi misi subito all'opera con decisione. Sebbene fosse davvero tanto tempo che non praticassi quell'arte mostrai da subito un abilità non da poco. Del resto ero abituato a lavorare in mare e, al confronto, la pesca fluviale era davvero molto facile. La mattinata si rivelò estremamente proficua, al punto che riuscii a riempire totalmente il recipiente che mi ero portato dietro. Era davvero andata alla perfezione, oltre ogni mia più rosea aspettativa. Di recente mi era capitato spesso di chiedermi il senso di quella mia vita da ninja, riuscendo solo a rodermi la coscienza, rovinandomi in questo modo anche i pochi momenti di relax. Quindi questa giornata di pesca giungeva davvero come una manna dal cielo.

    -Beh, mi ci voleva proprio... Ultimamente inizio a farmi troppe seghe mentali, per non parlare dello stress... Riuscire a staccare dal lavoro e allo stesso tempo spegnere per un po' il mio cervello era proprio quello di cui avevo bisogno! Credo proprio che lo rifarò!!-

    Quando sentii la fame farsi sotto decisi di prendere una delle mie prede e di arrostirla con un piccolo fuoco da campo. Purtroppo, vista la pioggia continua, faticai non poco a trovare un luogo abbastanza asciutto da poter ospitare il mio focolare. Alla fine mi riparai ai piedi di una enorme quercia, che con le sue grosse fronde aveva protetto un minimo il terreno dalle precipitazioni. Dopo il pasto rimasi stravaccato un buon quarto d'ora a riposare, per poi ripartire per il villaggio. Non avrei mai pemsato di poter riempire così in fretta la mia cesta, quindi era meglio svuotarla e procurarmi un nuovo recipiente più grosso. Mi incamminai senza fretta per il silenzioso sentiero che mi avrebbe riportato in breve a casa. Ero leggero e rilassato, ma ben presto sarei dovuto tornare ad essere estremamente attento e cauto.
    Infatti scorsi un uomo in lontananza, sdraiato sotto un grosso ulivo. Dapprima non mi allarmai più di tanto, vista la calma che sembrava mostrare, ma decisi comunque di avvicinarmi con circospezione per valutare meglio la situazione. In fondo ero pur sempre un ninja del Paese del Fiume, quindi era mio dovere proteggere la mia terra da qualsivoglia pericolo, anche nei momenti in cui non ero in servizio. E avvicinandomi meglio capii quanto avessi fatto bene a non sottovalutare la questione. Infatti l'uomo indossava un armatura, quindi era un combattente, anche se non sapevo bene di quale tipo.

    -Mmm, puzza tremendamente di bandito del cazzo. Però potrei anche sbagliarmi... Non mi sembra di vedere coprifronte, quindi non penso sia un ninja regolare o un mukenin... La pista più probabile è proprio quella del bandito... Però potrebbe anche essere ben cazzuto, quindi è meglio cercare di non agire avventatamente e di non ingaggiare duello prima di aver capito come stanno le cose...-

    Posai la mia rudimentale attrezzatura e feci qualche passo in avanti. Ebbi la sensazione che l'uomo avesse notato la mia presenza, ma non potevo esserne sicuro. Decisi comunque di parlare direttamente a quello sconosciuto. Ero a circa una ventina di metri dall'uomo, quindi avrei avuto modo di reagire, nel caso in cui fosse stato necessario.

    -Hey amico, tutto a posto?! Senti avrei bisogno di sapere le tue generalità e soprattutto il perchè della tua visita qui al Paese del Fiume. Nulla di preoccupante, sono un ninja di Takumi e questo è solo un controllo di routine, quindi se avresti la cortesia di rispondermi...-

    Dalle mie parole traspariva la mia irrazionale convinzione di trovarmi di fronte ad uno straniero. Non avevo nessuna prova a sostegno della mia tesi, ma sinceramente non mi era neanche balzato per la mente che quello sconosciuto potesse non venire da fuori.
    Rimasi comunque in attesa della sua risposta, pronto ad agire di conseguenza. Ero proprio curioso di sapere quale fosse il pesce che stava abboccando al mio amo. Che si trattasse di uno squalo? Oppure era una semplice trota di passaggio?


    CITAZIONE
    Stato Fisico:
    Ok

    Stato Mentale:
    Preoccupato e concentrato

    CITAZIONE
    OT
    Ti sei sbagliato, hai aperto il topic nel Paese della Cascata, invece che in quello del Fiume :asd: .
    OT

     
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    La pioggia iniziò lentamente a diminuire, fino a diventare una piccola rappresaglia di gocce d'acqua che ancora colpivano il terreno con fervore, nonostante questo non reagisse in alcun modo. Quindi decisi di scendere dall'albero e di rimuovere la pesante armatura Yoroi che ancora mi portavo dietro dalla guerra di pochi giorni addietro. Quel fardello di metallo e stoffe colorate mi ricordava in ogni momento la mia natura di disertore; se a quel conflitto avesse partecipato un Livinho di pochi anni addietro, non molti, sicuramente non avrebbe esitato un attimo a compiere uno sterminio tra le file dei nemici, anche a costo di mettere a repentaglio la sua stessa vita.
    I capelli iniziarono ad accogliere l'acqua dal cielo e a inzupparsi per bene scendendomi sulla fronte. Una persona intanto si era appropinquata, quasi stranamente in quella situazione, ed aveva preso a fissarmi in modo stancante e ossessivo. L'uomo era alto, e magro come si conviene ad ogni shinobi che si rispetti; l'avevo capito — della sua natura di ninja, intendo — dal copri-fronte che portava al collo. Gli occhi erano assolutamente neri, così come i capelli e la maggior parte del suo stranissimo abbigliamento; il fatto che mi fissasse con quei buchi neri, contornati da occhiaie, non aiutava di certo il mio umore a sollevarsi.
    Dal canto mio lo osservavo, non smettendo però di rimuovere i pezzi superiori dell'armatura che poi adagiavo in quel posticino stipato tra le fronde dell'ulivo e al riparo dall'acqua.

    Uno Shinobi di Takumi? Che cosa ci farà così distante da casa... Non sembra nemmeno avere una bella cera.

    -Hey amico, tutto a posto?! Senti avrei bisogno di sapere le tue generalità e soprattutto il perchè della tua visita qui al Paese del Fiume. Nulla di preoccupante, sono un ninja di Takumi e questo è solo un controllo di routine, quindi se avresti la cortesia di rispondermi...-

    Non parlai finché non fu lui a rivolgere per primo a me i suoi ossequi, che come ogni presentazione tra stranieri da pochi anni a questa parte, erano diventati una sterile richiesta di informazioni in stile militare pre-bellico. Di questo poi, mi ero sicuramente stancato più di ogni cosa; la guerra portava solo cambiamenti in peggio e lasciava la gente con un senso di amarezza e timore verso il prossimo che non aveva eguali in nessun periodo della storia dell'umanità. Un tuono in lontananza seguì le parole dell'abitante del fiume. Questi portava anche una cesta con sé, forse segno che aveva del cibo a disposizione; la cosa mi rese un tantino curioso.

    Hai del cibo... Mortale?

    Lo guardavo ormai in modo fisso e stranito, come un predatore che osserva un nuovo "giocattolo" mai visto prima. Non avevo però cattive intenzioni, ma forse lui aveva capito che a me non piacevano le domande. Avevo pronunciato le prime parole in modo del tutto normale; avevo aggiunto poi quel "mortale" in un modo del tutto innaturale e demoniaco, come se io non appartenessi a quel mondo. Intanto l'acqua penetrava nelle sottovesti, e inzuppava la parte inferiore della mia armatura.
     
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    23.2 NON VOGLIO ROGNE



    ulivodomenicadellepalme



    -...quindi se avresti la cortesia di rispondermi...-


    Alla mia richiesta di informazioni l'uomo rispose con uno sguardo a dir poco truce. Non si era mosso di un centimetro, ma riusciva comunque a intimorirmi non poco. C'era qualcosa nel suo atteggiamento che mi richiamava un timore ancestrale, forse la sua calma esagerata.

    -Hai del cibo... Mortale?-

    Un brivido attraversò a tutta velocità la mia schiena, facendomi indietreggiare inconsciamente di un passo. Però superato l'attimo di terrore, cercai di pensare razionalmente e di trovare un modo di evitare ogni tipo di guai inutili.

    -"Mortale"?! Ma come cazzo parla questo pazzo?! Ha chiesto cibo, quindi probabilmente è solo un povero guerriero affamato in fuga da qualcosa. Inoltre ci sarebbe da capire se la sua sicurezza è solo un bluff oppure fa sul serio...-

    Cercai di mantenere la calma, per trovare una via d'uscita diplomatica. In fondo eravamo ben distanti dal villaggio, quindi era difficile che la presenza di quell'uomo lì fosse davvero un problema.

    -Sei affamato, amico? Lì c'ho un cesto pieno di pesci e se vuoi te ne posso offrire volentieri tre o quattro... Però dovresti solo assicurarmi che non sei qui per creare casini, mi basta quello...-

    Sapevo bene che le parole di uno sconosciuto non avevano un minimo valore, non potendo offrire alcuna certezza. Però non trovai di meglio da dire, nè volli tentare maggiormente la sorte, rischiando di irritare ancor più quello straniero. Mi dava proprio l'idea di essere un pazzo esaltato, ma essendo le sue abilità sconosciute non era saggio ingaggiare lo scontro nella desolatezza di quel boschetto da solo. Una cosa simile mi era capitata già un paio di volte, e in entrambi i casi avevo rischiato seriamente di restarci secco, tra l'altro tutte e due le volte senza una reale motivazione. Il mondo era già pericoloso di per sè, non c'era alcun bisogno di cercare problemi inutili.


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    Stato Fisico:
    Ok

    Stato Mentale:
    Intimorito, ma comunque attento.

     
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    Sguardo neutrale e indagatore, sembrava che mi stesse squadrando per bene dalla testa ai piedi. Uno shinobi di solito cerca di conoscere i punti deboli di un avversario prima di attaccarlo, ciononostante fa' tutto questo di nascosto e nell'ombra più assoluta, a differenza dei loro cugini samurai. Per quel motivo capii che le intenzioni del baldanzoso giovine non erano di certo cattive, ma stava cercando solamente di svolgere il suo normalissimo lavoro che da normale shinobi di un normale villaggio, era quello di pattugliare la zona e di accertarsi che qualunque cosa fosse al suo posto.

    Ma che fa? L'ho intimorito solo con una domanda? Non deve essere allora uno shinobi molto esperto...

    Lo vidi indietreggiare di un passo, cosa che mi fece aggrottare la fronte e assumere un'espressione in viso quasi bonaria. Forse mi ero veramente indurito troppo dopo tutte quelle lotte e quel mondo di gente sempre guardinga e misteriosa, che avevo perso le basi più semplici dell'interagire umano. Sviai i miei occhi blu dalla sua figura, e sorrisi leggermente. Non avevo cattive intenzioni, avevo solo una fame del diavolo; dalla guerra non avevo messo niente sotto i denti, e un corpo come il mio non fa' passare troppo tempo da una richiesta all'altra di cibo.

    Sei affamato, amico? Lì c'ho un cesto pieno di pesci e se vuoi te ne posso offrire volentieri tre o quattro... Però dovresti solo assicurarmi che non sei qui per creare casini, mi basta quello...

    Tranquillizzati, mortale, non sono qui per fare del male a essere vivente alcuno. Mi stavo godendo la perpetua pace di questo ulivo e... - per un attimo cercai le parole adatte, guardando il cielo piangente a intervalli - ti ho visto arrivare con quel cesto... ho pensato stipassi del cibo al suo interno...

    Quindi mi mossi lentamente verso la cesta, non guardando lui, l'oste vestito di nero, anche per stabilire un minimo contatto di fiducia da ambedue le parti ( guardarlo avrebbe potuto significare per lui sfiducia, o una troppa prudenza da parte mia, che l'avrebbe sicuramente insospettito ). Aprii il contenitore e m'investì un odore molto forte di pesce, il che fece aumentare il mio già immenso appetito. Ne presi due, per non approfittare della bontà dello sconosciuto e passando nuovamente davanti a lui gli sorrisi, come un bambino al quale viene donata una leccornia, andando poi ad adagiare i due pesci su una pietra ruvida e bagnata dalla pioggia.

    E adesso come li cuocio?

    Mi guardai un attimo intorno e poi fissai di nuovo il mio silente "ospite".

    Per caso hai un'idea sul come cuocere questi due esemplari magnifici? Credo che sotto questa pioggia sia un po' difficile...

    ...dissi fermandomi ad osservare il cielo con espressione un po' dispiaciuta e pensierosa.
     
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    23.3 EMPATIA



    fuoco



    Il mio tentativo di mediare con lo sconosciuto riscontrò un gran successo e l'espressione intimiditoria dell'uomo si modificò radicalmente, sfociando in un tenue sorriso.

    -Tranquillizzati, mortale, non sono qui per fare del male a essere vivente alcuno. Mi stavo godendo la perpetua pace di questo ulivo e...
    ti ho visto arrivare con quel cesto... ho pensato stipassi del cibo al suo interno...-


    Feci un segno di assenso, il quale fu colto dal mio interlocutore, nonostante questi avesse deviato il proprio sguardo, evitando chiaramente il contatto visivo, come se avesse paura o fosse imbarazzato. Improvvisamente egli si alzò in piedi, dirigendosi con calma verso la cesta e ignorando bellamente il sottoscritto. Rimasi esterrefatto di fronte al comportamento insolito dello straniero.

    -Questo tipo... Le sue parole, il suo comportamento... Devo dire che è semplicemente troppo strano... Prima è incazzuso, poi gentile e poi diventa una specie di zombie che caracolla tranquillo infischiandosene di tutto e tutti... Ma certo! Beh, in effetti però, ripensandoci era tutto fin troppo chiaro... In sostanza c'ha solo fame!!! Quando si crepa di fame tutto il resto passa in secondo piano... E magari per qualche stronzata tipo l'orgoglio si è ridotto ad abbassare lo sguardo...-

    Rimasi soddisfatto dalla mia stessa lettura, che era tremendamente sensata. Osservai silente lo sconosciuto raggiungere la cesta ed aprirla, prelevandone solo due pesci. Fatto ciò ripassò di fronte a me, sfoggiando questa volta un sorriso molto più convinto, essenza pura di gratitudine. Mi sentii molto sollevato, appagato di aver alleviato le sofferenze di quel tipo. In fondo conoscevo molto bene cosa volesse dire soffrire i morsi della fame, quindi mi sentivo molto vicino a quello straniero, dimenticando in breve la diffidenza iniziale.
    L'uomo posò i due pesci su una pietra umida, fissandoli con aria interrogativa per qualche attimo, prima di rivolgersi di nuovo a me.

    -Per caso hai un'idea sul come cuocere questi due esemplari magnifici? Credo che sotto questa pioggia sia un po' difficile...-

    L'uomo fissava il cielo deluso e amaraggiato. E come biasimarlo, visto che proprio il meteo si stava frapponendo tra lui e il tanto agognato pasto. Però avevo una soluzione, seppur non perfetta. Del resto poco prima mi ero trovato ad affrontare il medesimo problema.

    -Mmm, in effetti mangiarli crudi non è proprio il meglio... Nessun problema, amico! Io poco fa ero riuscito ad appiccare in qualche modo un fuocherello più in là. Lì c'è un abnorme quercia e sotto ad essa è un pochino meno fradicio il terreno. Inoltre i rami più bassi dell'albero sono abbastanza riparati e di conseguenza più o meno asciutti. Certo, ci ho messo quasi mezz'ora per accendere quel minuscolo braciere, ma questo solo perchè ho dovuto usare quel rottame del mio accendino... Tu non hai un qualche accendino? Oppure una qualche tecnica Katon, che potrebbe essere persino meglio... Beh, in ogni caso penso che dovremmo dirigerci di là...-

    A meno di rimostranze avrei fatto strada allo straniero. In pochi minuti avremmo raggiunto il grosso albero, ai cui piedi probabilmente si sarebbero notati i resti del braciere che avevo usato prima. Una volta arrivati ci saremmo adoperati per mettere su un nuovo fuoco.

    -Hey, senti, mi dici come posso chiamarti? Mi va bene anche un nome falso, se preerisci. Pù che altro continuare a chiamarti "amico" non è che mi convinca più di tanto... Io mi chaimo Saruwatari...-


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    Stato fisico:
    Ok

    Stato Mentale:
    Rilassato e soddisfatto

     
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    Il mio interlocutore sembrava abbastanza socievole, ed era una caratteristica assai rara da trovare tra gli Shinobi di quei tempi. Di solito i ninja, durante le guerre specialmente, sono silenti e schivi, rispettando perfettamente così la loro general reputazione.

    Mmm, in effetti mangiarli crudi non è proprio il meglio... Nessun problema, amico! Io poco fa ero riuscito ad appiccare in qualche modo un fuocherello più in là. Lì c'è un abnorme quercia e sotto ad essa è un pochino meno fradicio il terreno. Inoltre i rami più bassi dell'albero sono abbastanza riparati e di conseguenza più o meno asciutti. Certo, ci ho messo quasi mezz'ora per accendere quel minuscolo braciere, ma questo solo perchè ho dovuto usare quel rottame del mio accendino... Tu non hai un qualche accendino? Oppure una qualche tecnica Katon, che potrebbe essere persino meglio... Beh, in ogni caso penso che dovremmo dirigerci di là...

    Mi toccherà utilizzare il ninjutsu anche oggi. Almeno mangio qualcosa...

    Un po' seccato e un po' affamato, seguii il ragazzo sotto la grande quercia di cui mi aveva parlato. In una radura quasi spoglia, l'albero gigantesco si stagliava verso il cielo grigio, svettando tra l'erba rada e il terriccio bagnato. Lo straniero diceva il vero, che constatai adocchiando un cerchio nero tra l'erba umida, dove doveva aver acceso quel fuoco di cui parlava; resti di pesce ne rafforzavano la veridicità. Iniziai a guardarmi intorno e poggiai i pezzi dell'armatura che non indossavo al riparo tra le fronde dell'albero, così come posai la mia lancia e tutto il resto dell'equipaggiamento. Solo per un attimo pensai che si potesse scorgere il sigillo maledetto sulla mia pelle, ma non me ne curai più di tanto, dato che, probabilmente, non l'avrebbe riconosciuto.

    Hey, senti, mi dici come posso chiamarti? Mi va bene anche un nome falso, se preerisci. Pù che altro continuare a chiamarti "amico" non è che mi convinca più di tanto... Io mi chaimo Saruwatari...

    Mi fermai un attimo, e lo guardai fisso per qualche secondo. Immaginai l'espressione indecifrabile del mio volto, poi ripresi quello che avevo appena iniziato: la raccolta della legna da bruciare. Staccando i rami più bassi, capii come mai non era riuscito ad accendere il fuoco con facilità. Quelle fronde erano umide, anche se meno bagnate rispetto a quelle più in alto, erano comunque difficili da accendere. Ero rimasto sull'incertezza del rivelargli il mio nome, ma pensai che in fin dei conti non c'era nulla di male. La cosa peggiore che poteva capitarmi era di veri sgozzato mentre trangugiavo dei pesci, perché preoccuparmi?

    Io sono Livinho... l'ultima volta che ho incontrato uno straniero ero a Kirigakure, ed ha provato a farmi fuori mentre ho avuto un attacco di narcolessia... spero tu non voglia fare lo stesso...

    Sorrisi in modo triste, quasi sembrassi una maschera di porcellana. Non era un sorriso bonario, ma nascondeva un sottile avvertimento. Poi mi adoperai per accedere il fuoco: pochi sigilli ed un soffio di fiamma e fronde andarono in fiamme. Quindi iniziai a cuocere i pesci in tutta tranquillità, godendomi le fiamme dondolanti.

    -20 tecnica di fuoco
    Chakra: 780/800


     
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    23.5 UN ULTIMO AIUTO



    875041_canna-con-topino-sonoro-3



    Di fronte alla mia richiesta l'uomo rimase un attimo interdetto a fissarmi, continuando poi i preparativi per la creazione del braciere. In realtà avevo detto chiaramente che avrei accettato anche un nome falso, quindi il suo silenzio probabilmente significava che stava pensando seriamente se darmi oppure no il suo nome vero. Sempre che non stesse semplicemente decidendo quale nome finto usare. Dopo poco ottenni il responso che stavo aspettando.

    -Io sono Livinho... l'ultima volta che ho incontrato uno straniero ero a Kirigakure, ed ha provato a farmi fuori mentre ho avuto un attacco di narcolessia... spero tu non voglia fare lo stesso...-

    La sua storia non era certo divertente, ma sul momento ne trovai una amara e irresistibile ironia. Non seppi trattenere le mie risa, nè vi provai minimamente, però cercai di spiegarmi immediatamente, per evitare incomprensioni.

    -Ahahahahahahah, certo che devi avere proprio un angelo custode per salvarti da un assalto durante un attacco di narcolessia... Beh, comunque non ti devi preoccupare per quello. In realtà un azione del genere si addice proprio al mio stile, visto quanto sono infido e codardo. Però non sono ancora così leso da attaccare gente che non è minimamente una minaccia per me o per il mio Paese...-

    Speravo di essere stato abbastanza chiaro sulla situazione. Non lo avrei mai e poi mai attaccato, se non per difesa. E non vedevo proprio come ciò sarebbe potuto accadere in quella situazione. Avevo concesso la mia più totale fiducia a quello sconosciuto, cosa che mi accadeva davvero raramente a dirla tutta. Era come se "sentissi" che quella era una persona non cattiva, ma soprattutto non pericolosa.

    -Livinho, eh? Decisamente un nome strano, anche se sono l'ultimo a poter affermare una cosa del genere... Mi da proprio l'idea di non essere un nome falso... In fondo se devi nascondere l'identità il metodo più usato è utilizzare nominativi particolarmente comuni, per essere meno rintracciabili...-

    Nel frattempo il tizio aveva usato il ninjutsu per attizzare il fuoco ai rametti che aveva scrupolosamente sistemato. A quanto pare era uno shinobi, anche se non era ben chiaro di che livello. Comunque dovevo tornare alla mia occupazione precedente, ovvero recuperare un nuovo recipiente e rimettermi a pescare. C'era bisogno di una grossa quantità di pesce per l'abbuffata per la festa di Keisuke, quindi non potevo certo perdere tutta la giornata dietro quello straniero. Però forse potevo aiutarlo un'ultima volta.

    -Senti Livinho-san, io adesso devo andare a posare questi pesci e a prendere un contenitore più grande. Vado al villaggio e torno subito, che devo pescare ancora un bel po' di oggi... Ti interesserebbe mica una canna da pesca sullo stile di quella che ho qui? Certo, è un po'... Come dire... Rudimentale... Però come puoi vedere il suo sporco lavoro lo sa fare... Se vuoi mentre passo da casa te la posso recuperare. Non ci dovrei mettere più di mezz'ora ad andare e tornare. Ti trovo qui quando torno?!-


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    Stato Fisico:
    Ok

    Stato Mentale:
    Rilassato

     
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