Addestramento evocazione donnole

Saruwatari Kamizurui

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  1. Ashel
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    Addestramento evocazione donnole



    CITAZIONE
    Luogo: Foresta fuori da Takumi, radura
    Ora: Mattino presto
    Sensei: Riuka
    Allievo: Saruwatari Kamizurui



    Edited by Ashel - 20/10/2010, 17:02
     
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    9.1 IMPAZIENZA



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    Un miagolio improvviso interruppe il mio agitato sonno. Veniva da fuori, e ad esso ne seguirono altri, accompagnati dal rumore di unghie che grattavano sulla mia porta. Era ormai da qualche settimana che un vecchio gatto girovagava per il quartiere, svegliandomi quasi tutte le mattine prestissimo, per ottenere un po' di cibo. Mi alzai rapidamente dal letto e andai ad aprire la porta. Come suo solito il micio si fiondò all'interno della casa, senza curarsi particolarmente di me. Da un paio di giorni avevo iniziato a preparargli la sera qualcosina in una ciotola. E l'animale sembrava gradire particolarmente la cosa, che gli aveva permesso di limitare i contatti con me. Nonostante fosse ormai passato molto tempo, quell'anziano felino ancora non si fidava di me. Probabilmente nella sua lunga vita ha incontrato moltissime persone violente ed è possibile che le molte ferite che portava sul suo corpo erano testimoni di rapporti difficili con gli umani. Mentre il gatto stava entrando osservai il cielo, ancora leggermente intontito. Era tremendamente buio. La luna era alta nel cielo. Saranno state più o meno le due e mezza di notte. Mi girai verso il piccolo animale.

    -Cos'è questa novità?!-

    Il gatto non mi degnò della minima attenzione e continuò il suo pasto. E non appena questo fu terminato, uscì dalla casetta senza neanche guardarmi di striscio, sparendo nella notte di Takumi. Sorrisi. Ormai quella piccola routine era diventata una parte integrante della mia vita. Volsi lo sguardo verso il letto. Nonostante l'ora, quello era l'ultimo posto dove volevo andare. E non certo per la sua scomodità, a cui ormai mi ero totalmente assuefatto.


    Quello che era appena iniziato non poteva certo essere considerato un giorno qualunque. Mi sarei giocato una bella fetta di futuro durante le ore successive. Imparare la tecnica dell'evocazione sarebbe stato un passo decisivo nella mia carriera ninja, proprio quel salto di qualità di cui avevo assolutamente bisogno. E non ci sarebbero state altre possibilità, non dovevo fallire. Non dopo l'immane fatica che avevo impiegato ad ottenere questa opportunità. Per lunghi giorni avevo tallonato il mio vecchio sensei dell'accademia, affinchè mi allenasse personalmente. Lo avevo seguito durante i suoi momenti di pausa, l'avevo pregato in tutti i modi, ma a quanto pare la vita di un Chuunin era più impegnativa di quanto immaginassi. Soprattutto in un piccolo villaggio come il nostro. Oltre a missioni, di livello anche alto, c'era l'accademia. Formare le poche matricole era una occupazione estremamente importante. Gli avevo persino promesso di seguire i ragazzini al suo posto, ma senza esitazione il sensei rifiutò. Era di sicuro un uomo con un grande senso di responsabilità. Alla fine durante l'ultimo di questi "assalti" toccai, senza volerlo in realtà, il tasto giusto. Chiesi, quasi per caso, se conosceva qualcuno che potesse farmi da sensei al suo posto. E finalmente ottenni una risposta positiva. Mi diede appuntamento per tre giorni dopo, nella radura della foresta davanti all'uscita del villaggio, dicendomi solo il nome della mia futura insegnante.


    Ritornai alla realtà. Ero stato più di mezz'ora a ripensare a quello che era successo, appoggiato sull'uscio della casa, con la porta spalancata al gelo della notte Takumese. Probabilmente non erano neanche le tre, ma dormire era fuori di discussione. Dovevo già considerarmi fortunato per quel paio di ore di sonno che ero riuscito ad accumulare. Entrai, staccai la sveglia, mi vestii e infine uscii di casa. Passai piano tra le vie, in mezzo alle case spente e silenziose. In pochi minuti raggiunsi la porta del villaggio. Prima di attraversarla mi girai. La luce leggera dei lampioni illuminava lievemente le strade del paese. Ero riuscito a guadagnarmi il rispetto della mia patria, ma non mi bastava. Ero ancora in debito, e non potevo certo ripagare nelle condizioni in cui ero. Dovevo diventare più forte, sempre più forte, per poter rendere Takumi grande quanto meritava di essere. Questo era l'unico modo che conoscevo per sanare il debito con la mia partia. Passai ancora un paio di minuti a rimirare la terra che mi aveva accolto senza chiedere nulla, accudendomi come fossi un suo vero figlio.

    -Ora basta! È ora di andare... Non conosco neanche il luogo dell'appuntamento... Mi ha detto solo che è una radura abbastanza grande, e che l'unico albero è segnato con una grossa "X" sulla corteccia...-

    Mi rimisi in moto, in una ventina di minuti raggiunsi il luogo prestabilito. Alla fine era rislutato facilissimo trovare quel posto, come logica impone, del resto. Nessuno avrebbe scelto di tenere un allenamento in un zone troppo lontane. Almeno, nessuno sano di mente. E questo non poteva che essere un dato positivo anche se piccolo.

    -Riuka... Mi chiedo che tipo di persona sia... Quando l'ho chiesto al sensei mi ha risposto solo con: "È un tipo particolare"... E ha fatto un sorrisetto del cazzo che non mi dice niente di buono... Però alla fin fine non ci posso far nulla, devo prendere le cose come sono... E sperare in bene...-

    Raggiunsi l'unico albero, che si stagliava nel mezzo della radura, e mi appogiai sul tronco, appena a fianco della grossa croce. Adesso dovevo solo aspettare l'arrivo della sensei.


    CITAZIONE
    Spero di non aver esagerato con l'OT^^.

     
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  3. Ashel
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    Una mattina uggiosa, a Takumi. Una pioggia leggera aveva preannunciato un freddo umido durante tutta la giornata, ma Riuka non si era certo lasciata condizionare dal mal tempo.
    Era una kunoichi che nel Villaggio si era sempre occupata dei ragazzini più giovani, quelli che si erano sempre iscritti in Accademia verso i 6 o 7 anni, preoccupandosi della loro primissima formazione pedagogica e paramilitare, abbandonandoli poi alle cure di maestri più tecnici; lei amava i bambini, ma delle volte aveva avuto voglia di vedere come se la sarebbe cavata con gli allievi più grandi.
    E quando la Kage le aveva annunciato che avrebbe dovuto fare un allenamento speciale a una giovane leva del Villaggio, un neo-genin promettente, si era illuminata.
    Alle sei del mattino era già fuori di casa per recarsi dal suo allievo, vestita con un ampia gonna con boccoli e fronzoli di colore verde pisello, e un paio di elegantissime calzature con un tacco vertiginoso; voleva essere al massimo del suo splendore.
    Quando arrivò alla radura, vide Saruwatari sull'albero, mezzo addormentato, e lo salutò con un ampio gesto della mano.


    Ciao, tu sei Kamizurui vero? Io sono Riuka, e sarò la tua sensei!!

    Forse sarebbe stato un po' stupito nel vedere l'inconsueto abbigliamento della donna e sopratutto il pesante trucco che arrivava fino al collo, sotto il quale il vistosissimo seno emergeva in tutta la sua grandezza, stemperato solo dal sorriso infantile della sensei.

    Oggi impareremo la tecnica del Richiamo! Sei pronto?

    Nonostante sembrasse impossibile che un elemento del genere fosse in grado di eseguire tecniche, la donna estrasse un kunai ferendosi un lembo del torso della mano, con una smorfia infantile di dolore, dopodiché compose rapida i sigilli evocando, davanti agli occhi del giovane, una piccola donnola arancione.

    Vuoi fare questo, vero?








     
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    9.2 RIUKA-SENSEI


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    Appoggiato sul tronco marchiato, stavo aspettando l'arrivo della mia sensei, curioso di conoscere che tipo di persona fosse. Passarono più di tre ore e il sole stava per sorgere, quando una ragazza una ragazza apparve all'orizzonte. La prima cosa che saltò all'occhio fu il colore rosso fuoco dei lunghi e fluenti capelli, che risaltava mostruosamente in mezzo al verde della radura. La giovane indossava un lungo vestito verde, che terminava in una decoratissima gonna, mentre ai piedi si potevano notare un paio di scarpe, con tacco di almeno una dozzina di centimetri. Avanzò nel prato con passo veloce e deciso, nonostante le calzature non propriamente adatte alle camminate nei boschi. Appena fu abbastanza vicina da notarmi, mi fece un ampio cenno con la mano.

    -Ciao, tu sei Kamizurui vero? Io sono Riuka, e sarò la tua sensei!!-

    Era difficile non risultare ipnotizzati dal suo splendore. La dolcezza dei lineamenti, la perizia nel trucco, lo scintillante sorriso, i grandi occhi pieni di espressività, tutto questo le donava una bellezza particolare. Forse era quello che intendeva il maestro Kagetora con il suo sorrisetto. Ma non ero certo lì per ammirare quella donna, quindi risposi senza esitazioni.

    -Saruwatari Kamizurui al suo servizio. Lieto di essere un suo allievo, Riuka-sensei!-

    Senza temporeggiare la ragazza passò subito all'allenamento. Nonostante le apparenze sembrava voler prendere davvero sul serio questo compito.

    -Oggi impareremo la tecnica del Richiamo! Sei pronto?-

    Dato il tono che aveva usato, mi sembrava logico pensare che il suo lavoro abituale fosse occuparsi dei bambini dell'accademia. Un'educatrice mi sembrò perfetta sul momento, dato che ero ancora memore dei fallimenti del passato.

    -Yes, ma'am-

    Dopo aver tirato fuori un kunai, si inflisse una piccola ferita sul torso della mano, emettendo un lieve gemito infantile. Una rapida serie di sigilli e poi comparve dal nulla un piccolo animaletto arancione. Tempo addietro avevo studiato che le evocazioni più diffuse erano quelle di lupi, rospi, serpenti, lumache, cani, scimmie e donnole. Andando ad esclusione era impossibile non capire la natura di quella piccola creatura.

    -Vuoi fare questo, vero?-

    Dopo un secondo di stupore, mi autoconvinsi che quel tipo di invocazione poteva andare benissimo. Il tutto stava nell'adattare il mio stile di combattimento a questo nuovo potere. In fondo era successo così anche per l'abilità innata, e ora mi sentivo perfettamente a mio agio con essa. Non dovevo far altro che fidarmi della sensei, di certo non mi avrebbe di certo insegnato una tecnica inutile.

    -Esattamente! Sono pronto, maestra!!-


    CITAZIONE
    Stato Fisico:
    Ok

    Stato Mentale:
    Concentrato e deciso

     
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  5. Ashel
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    Saruwatari sembrava molto convinto della sua lezione. Era sempre stato molto ligio al dovere, e la voglia di imparare di certo non gli mancava. Solo, la sensei poteva far sorgere qualche dubbio agli studenti più diffidenti, sopratutto a causa del suo enorme seno; i maschi li fissavano con occhi stralunati, associando l'idea di una donna particolarmente formosa alla stupidità, o ala scarsa capacità militare e atletica. Le donne, invece, scrutavano il seno prorompente e, con un pizzico di invidia, la guardavano con disprezzo.
    Riuka non era una cattiva insegnante, solo in apparenza sembrava, come dire, un po' imbranata.
    Sorridendo dolcemente a Saruwatari, saltellò graziosamente vicino a lui, agitando il grande seno su e giù come fossero due palle piene di acqua.


    Benissimo!Allora ascoltami bene!

    Fece una piroetta e poi chiamò a sé la donnola piccina che aveva evocato prima, facendo un altro straordinario sorriso. L'animale portava sulla schiena un rotolo di colore rosso, che lei prese con attenzione e aprì sotto gli occhi del genin.

    Allora, Saru-chan! Per prima cosa, dovrai scrivere il tuo nome con il sangue su questo rotolo, così potrai firmare un contratto con le Donnole che è vitalizio. Le Donnole verranno ogni volta che le chiamerai per supportarti. Ricordati solo che a volte possono essere un po' suscettibili, devi trattarle bene!

    Prese dalla tasca un piccolo coltellino, porgendolo al ragazzo, e indicando la sua mano sinistra.
    Avrebbe dovuto farsi un piccolo taglietto e usare il sangue come inchiostro per stabilire un rapporto di reciproca collaborazione con le creature.


    Benissimo!

    Dopo una seconda piroetta, la giovane donna compose alcuni sigilli ed evocò una seconda donnola, questa volta più grande e a prima vista anche più potente, mostrando bene le posizioni delle mani al suo giovane allievo.

    Unisci le mani così e componi questi sigilli! Poi poni una mano a terra e rilascia il chakra. Non preoccuparti se non riuscirai al primo tentativo! E' un jutsu molto complesso.







     
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    9.3 PATTO DI SANGUE



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    -Esattamente! Sono pronto, maestra!!-

    La ragazza si mise a sorridermi e a saltellare attorno a me. Questo suo perpetuo movimento ebbe come effetto evidente il ballonzolio del suo seno, che si scuoteva violentemente. Prima non avevo notato questa sua particolarità, ma ora che vi avevo fatto caso, la loro enormità mi disturbò non poco. La maggior parte degli uomini eterossessuali sarebbero stati totalmente catturati dal suo petto, e l'avrebbero fissato per ore intere. Ma io non potevo assolutamente farlo. Difficilmente avrei avuto una seconda opportunità e quindi non potevo permettermi il lusso di perdere tempo dietro le grazie di quella donna. Con la forza repressi tutti i miei istinti animali e volsi tutta la mia attenzione alla lezione.

    -Benissimo!Allora ascoltami bene!-

    Feci un cenno di assenso con la testa, che probabilmente non fu visto, dato che la ragazza si esibì in un rapido giro su stessa. Poi chiamò a sè la donnola evocata in precedenza e mi sorrise nuovamente. Sulla schiena dell'animaletto si trovava un piccolo rotolo porpora. La sensei prese lo prese e lo aprì sotto i miei occhi. C'erano scritti diversi nomi in rossi e tra uno degli ultimi riuscii a scorgere quello di Riuka.

    -Allora, Saru-chan! Per prima cosa, dovrai scrivere il tuo nome con il sangue su questo rotolo, così potrai firmare un contratto con le Donnole che è vitalizio. Le Donnole verranno ogni volta che le chiamerai per supportarti. Ricordati solo che a volte possono essere un po' suscettibili, devi trattarle bene!-

    Feci segno di sì con la testa. L'idea di avere a che fare con animali ninja mi stuzzicava. Sarebbero stati compagni di missione e allenamenti, mi avrebbero aiutato nelle difficoltà e magari sarei riuscito a catturare la loro fiducia. In sostanza dei normali commilitoni, ma dotati di conoscienze diverse e della saggezza selvatica, di cui speravo mi avrebbero fatto partecipe, almeno in parte.
    La ragazza mi diede un coltellino. Mi feci un piccolo taglio sul palmo sinistro, non molto lontano dalla bocca che su esso dimorava. Pulii con le dita la lama e poi lo restituii alla legittima proprietaria. Poi, intingendo l'indice destro nel palmo, come un pennino nel calamaio, lo inzuppai con il mio stesso sangue. Senza indugi scrissi il mio nome sul rotolo, vicino a moltissimi altri, simbolo dei miei predecessori. Quel gesto, così insignificante, sarebbe stato uno dei più importanti della mia carriera.

    -Benissimo!-

    Ancora una volta la ragazza roteò su stessa, aggraziata come una ballerina. Ma subito dopo ciò, ella diede una nuova piccola dimostrazione del suo talento militare. Sul momento non avevo mai avuto dubbi sulle qualità di quella ragazza, ma col senno di poi ne avrei avuto ben donde, visto il suo vestiario e il suo atteggiamento. Ma la mia fiducia sembrò ben riposta, almeno per adesso. Compose lentamente i sigilli necessari, lasciandomi la possibilità di capire quali erano, e quindi memorizzarli. Al termine di essi poggiò la mano sul terreno e completò la tecnica. Dal nulla comparve un'altra donnola, questa volta di dimensioni più ragguardevoli.

    -Unisci le mani così e componi questi sigilli! Poi poni una mano a terra e rilascia il chakra. Non preoccuparti se non riuscirai al primo tentativo! E' un jutsu molto complesso.-

    Le parole e il sorriso della maestra mi davano fiducia. Sarebbe stato ben difficile riuscire al primo tentativo, ma non volevo assolutamente ripercorrere i sentieri dell'incapacità come in passato.

    -Certo, Riuka-sensei!!!-

    Chiusi un attimo gli occhi. Dovevo ripassare la serie di sigilli, di modo da non sbagliarne l'ordine. Almeno quello dovevo riuscire a farlo al primo tentativo. In fondo erano solo cinque.

    -Cinghiale. Cane. Gallo. Scimmia. Pecora... Cinghiale. Cane. Gallo. Scimmia. Pecora... Cinghiale. Cane. Gallo. Scimmia. Pecora... Cinghiale. Cane. Gallo. Scimmia. Pecora... E ora andiamo!!-

    Completai con calma le posizioni delle mani, facendo ben attenzione a non commettere imprecisioni. Lasciai il chakra fluire in me e ne impastai la quantità che mi sembrava necessaria. Con un gesto rapido colpii il suolo della radura, aspettando il risultato del mio tentativo.


    CITAZIONE
    Stato Fisico:
    Ok


    Stato Mentale:
    Concentrato e leggermente teso

     
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  7. Ashel
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    Saruwatari poteva essere considerato un ninja modello. Ascoltava la sua sensei con attenzione, non si faceva prendere dal suo enorme seno che invece destava sempre l'attenzione di tutti, e sopratutto evitava di perdere la concentrazione.
    Riuka lo osservò sorridente mentre scrivere il suo nome sul rotolo di pergamena, che si sporcò del suo sangue purpureo, e che andò a sommarsi a tutti gli altri possessori dell'evocazione.


    Ottimissimo! E' emozionante!

    La donna prese il rotolo, fece una piroetta mentre lo avvolgeva e lo riponeva, in ordine, sulle spalle della piccola donnola che aveva evocato prima.
    Nel mentre, l'allievo si concentrava per eseguire la sua Tecnica del Richiamo in modo preciso, pensando ai sigilli, con decisione. Il chakra aveva preso a scorrere fortissimo dentro di lui, come un'energia recondita, e quando aveva messo la mano a terra, qualcosa avvenne.


    Vediamo un pochetto..

    A terra, ai piedi del ragazzo che nel frattempo doveva ansimare per la fatica, era apparsa una cosa strana; pareva un topo, tanto piccola era la creatura evocata, ma era in realtà una donnola in miniatura. Era tutta bianca, e osservava con occhietti piccolissimi Saruwatari, chiedendogli implicitamente il motivo della sua presenza in quel luogo.

    Bè, almeno hai evocato qualcosa! Hai fatto due errori. Il primo è che bene che tu, nei primi esercizi, pronunci a voce alta il nome dei sigilli, per imprimere maggiore forza al Jutsu. Poi, hai impastato troppo poco chakra; ma la quantità è difficile da calcolare.

    Lo guardò con occhi enormi, da bambina, e rimase in silenzio mentre la mini-donnola spariva nel nulla, un poco offesa per la sua chiamata inutile.

    Stai tranquillo, sono sicura che la prossima volta andrà meglio!

     
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    9.4 RITENTA, SARAI PIÚ FORTUNATO





    Poggiai violentamente la mano destra a terra, rilasciando per la prima volta quella nuova tecnica.

    -Vediamo un pochetto..-

    Improvvisamente fui assalito dalla stanchezza, che si dissolse però in breve. Osservai il prato, cercando di scorgere il frutto della mia fatica. Ci misi un paio di secondi a scovarlo, e quando lo vidi ne rimasi abbastanza colpito. Davanti a me si trovava un candido animaletto, che in tutto e per tutto assomigliava ad una topolino. Lo fissai con gli occhi sgranati e fui ricambiato con uno sguardo interrogativo. Mi affettai a scusarmi con quella creatura.

    -Mi dispiace per il disturbo, signora donnola. Può andare, il suo aiuto non è necessario. Chiedo perdono per il mio errore.-

    Il piccolo essere scomparve nel nulla, non dopo avermi lanciato un'occhiata stizzita. Vedendomi un po' scosso, la sensei intervenne per rincuorarmi ed incitarmi.

    -Bè, almeno hai evocato qualcosa! Hai fatto due errori. Il primo è che bene che tu, nei primi esercizi, pronunci a voce alta il nome dei sigilli, per imprimere maggiore forza al Jutsu. Poi, hai impastato troppo poco chakra; ma la quantità è difficile da calcolare.-

    Feci un ampio cenno di assenso con la testa. La dolce espressività di quella giovane donna, quasi infantile in certi suoi attegiamenti, era un toccasana infallibile per il mio ego. Incontrarla era stata una fortuna immensa.

    -Stai tranquillo, sono sicura che la prossima volta andrà meglio!-

    Respirai profondamente. L'unica lacuna che dovevo colmare per adesso era il dosaggio delle energie, e quindi mi concentrai su questo importante aspetto. Dopo alcuni secondi di riflessione, decisi di triplicare la quantità di chakra utilizzata in precedenza. Così rischiavo di eccedere, ma preferivo così, piuttosto che ripetere uguale l'errore di pochi secondi prima.

    -Bene, pra sono pronto. Here I come!
    Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecoraaa!!!-


    Mentre recitavo i nomi dei sigilli, li eseguivo parallelamente, con estrema perizia. Terminata l'ultima posizione, appoggiai la mano a terra. Osservai impaziente il terreno davanti a me, attendendo il responso per il mio secondo tentativo.


    CITAZIONE
    Stato Fisico:
    Leggermente Stanco

    Stato Mentale:
    Molto molto concentrato

     
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  9. Ashel
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    Bene, pra sono pronto. Here I come!
    Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecoraaa!!!


    Saruwatari non si fece attendere. Non si era assolutamente preso male per il tentativo fallito: era anzi decisamente esuberante e pieno di forza di volontà.
    La seconda prova pareva essere stata davvero migliore: la donnola evocata era quasi perfetta, fatta eccezione per le zampe, troppo piccole rispetto al normale per sostenerla.


    Wow Saru-chan! Ce l'hai quasi fatta! Sono davvero felice di vedere un allievo così in gamba!

    Con una piroetta si avvicinò al ragazzo e gli toccò la spalla sorridendo, poi accarezzò la donnola con fare molto infantile, prima di levarsi di nuovo e rivolgersi al suo allievo con dolcezza.

    Penso che il prossimo tentativo sarà quello buono. La quantità di chakra usato è perfetta, solo devi sfruttare meglio l'energia spirituale, come quando usi la Trasformazione e pensi fortemente alla persona o all'oggetto in cui vuoi trasformarti.

    Sorrise, poi si allontanò per lasciare spazio a Saruwatari. Attendeva con ansia che egli eseguisse il jutsu ancora una volta: la sua figura emanava qualcosa di strano, un nonsoché di ammaliante. Credette allora di essersi presa una cotta per lui, e arrossì vistosamente.




     
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    9.5 UN ALTRO ERRORE



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    -...Pecoraaa!!!-

    Subito dopo aver appoggiato la mano a terra, apparve dal nulla una creatura marroncina, una donnola. Le dimensioni sembravano andar bene e quindi stavo per esultare, quando notai una grossa imperfezione nella mia invocazione. L'animale aveva qualche difficoltà a restare in piedi, e ciò era dovuto all'eccessiva piccolezza delle sue zampette. Nonostante tutto il mio impegno l'unica cosa che ero riuscito ad evocare era una povera donnola deforme. Ciò ovviamente mi avrebbe gettato nel più totale sconforto, se non fosse intervenuta ancora una volta la tenera esuberanza della sensei.

    -Wow Saru-chan! Ce l'hai quasi fatta! Sono davvero felice di vedere un allievo così in gamba!-

    I suoi metodi erano chiaramente quelli di un'educatrice per bembini, ma in fondo era proprio quello di cui avevo inconsciamente bisogno. Oltre ai complimenti verbali, ce ne fu anche uno fisico, una semplice e leggera pacca sulla spalla, dopo l'ennesima sua piroetta. Dopo ciò la ragazza si abbassò, di modo da poter accarezzare il piccolo mammifero, che dopo poco sparì, non prima di avermi lanciato uno sgurdo che non seppi e non volli decifrare. Dopo essersi rialzata, la donna si rivolse a me, riuscendo a darmi un consiglio chiaro, semplice e probabilmente determinante. Nonostante le apparenze era davvero un'ottima sensei.

    -Penso che il prossimo tentativo sarà quello buono. La quantità di chakra usato è perfetta, solo devi sfruttare meglio l'energia spirituale, come quando usi la Trasformazione e pensi fortemente alla persona o all'oggetto in cui vuoi trasformarti.-

    Detto ciò, si allontanò con la solita aggraziata agilità. Feci un deciso movimento con la testa, di modo da farle capire che avevo compreso appieno questo suo dettame. La ragazza mi fissò per un attimo, prima che il suo volto si tingesse di un rosso deciso. Forse era un chiaro segnale del suo interesse per me, ma sul momento non ne fui per niente sicuro e quindi decisi di passare oltre. Quello in fondo non era certo il momento adatto. Avevo stabilito già da tempo le mie priorità, per quanto discutibili, col senno di poi. Quindi raccolsi tutta la concentrazione di cui ero capace e cercai di figurarmi mentalmente l'essere che poi avrei voluto evocare. Le donnole non sono uno di quegli animali che si vedono proprio tutti i giorni, ma scavando nella memoria riuscii a recuperare una illustrazione che ne raffigurava una, in un mio vecchio libro. Da piccolo mi piaceva un sacco quel libro e mi ricordavo quasi perfettamente ognuno dei disegni, nonostante fosse passato così tanto tempo. Tenendo la mente fissa su quella vivida immagine, iniziai ad eseguire i sigilli, mentre li enunciavo a voce alta.

    -Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.-

    Finito il processo poggiai un ulteriore volta la mano a terra, sperando con tutto il cuore che quella fosse l'ultima e decisiva.


    CITAZIONE
    Stato Fisico:
    Ok

    Stato Mentale:
    Molto concentrato

     
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  11. Ashel
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    Dopo due errori necessari al giovine perché potesse prendere confidenza con il jutsu, infine egli riuscì ad evocare il tanto agognato animale.
    La piccola donnola apparve saltellante da un angolo, mentre la sensei applaudiva con foga al suo allievo. La tecnica era riuscita, entrambi potevano dirsi soddisfatti.


    Saru-chan! Bravissimo, ci sei riuscito!

    Era contenta, e lo si vedeva distintamente. Il suo modo di fare, a contatto con i giovanissimi studenti ai quali doveva essere abituata, era divenuto molto più accondiscendente, molto più infantile e sopratutto quasi caricaturale.
    Era giovane, e amava stare con i ragazzetti dell'Accademia, e quando si trovava a contatto con degli adulti veniva sempre osservata con grande stupore.


    Sono davvero contenta, tu sei contento? Yee!

    Saltellò da una parte all'altra, poi abbracciò Saruwatari cingendogli il collo con le sue braccia bianchissime. Si creò una situazione imbarazzante per via delle sue tette enormi, ma il ninja sembrava molto algido e indifferente alla cosa; o almeno, questa era l'immagine che dava.

    Sarò felice di seguirti in altri allenamenti. Ora andiamo a fare una passeggiata rilassante? Prendiamo un gelato!

    Si avviò con passo spedito verso il Villaggio; amava prevalentemente il cioccolato accompagnato al gusto mandarino, e sperò in cuor suo che il gelataio ce l'avesse disponibile in casa.
    Cominciò a canticchiare rumorosamente, mentre saltellava con allegria da una parte all'altra, simile a una bambinetta. Era davvero incredibile che una donna del genere potesse essere una kunoichi del Villaggio, eppure era così.


    CITAZIONE
    OT: Evocazione appresa.
    Fai un post conclusivo. OT

     
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    Torino

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    9.6 HAPPY ENDING






    -Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.-


    Posando a terra la mano destra completai la tecnica, producendo un piccola nuvoletta, che mi impedì per qualche secondo la visuale. Prima di poter vedere di persona come fosse andata, giunsero le parole della sensei a rendermi noto il mio successo.

    -Saru-chan! Bravissimo, ci sei riuscito!-


    Diradata la foschia, davanti ai miei occhi comparve una donnola, una vera donnola in tutto e per tutto. La mia bocca si produsse in un enorme sorriso ebete e feci il gesto del pugno con la mano, in segno di vittoria.

    -Sono davvero contenta, tu sei contento? Yee!-

    Detto questo gettò le braccia attorno al mio collo e si esibì in un maldestro, quanto affettuoso abbraccio. I suoi modi da bambinaia l'avevano nuovamente portata a trattarmi come uno dei suoi soliti alunni, ma questo in fondo non mi dispiaceva più di tanto. L'unico problema era che il seno della donna, nella sua grandezza spropositata, era finito direttamente addosso al mio volto. Cercai di trattenere i miei istinti e le pulsioni animali, e ce la feci senza troppe difficoltà, a dirla tutta. Ultimamenteavevo molto migliorato il mio self-control, e lo si vedeva anche da situazioni come questa. Appena mi liberò da quella piacevole presa, disse:

    -Sarò felice di seguirti in altri allenamenti. Ora andiamo a fare una passeggiata rilassante? Prendiamo un gelato!-

    L'allenamento era stato stancante, ma la proposta della donna era allettantissima. Era da un bel po' che non mi riposavo per bene e l'ultimo gelato che avevo mangiato risaliva a due o tre anni prima, quindi ne avevo proprio voglia. Inoltre quella ragazza era davvero gentile e simpatica, la sua compagnia sarebbe stata sicuramente piacevole.

    -Molto volentieri, Riuka-sensei. La seguo...-

    La maestra si avviò con fare deciso, saltellando per tutto il percorso, nonostante gli alti tacchi delle scarpe. Io la seguivo sorridente, decisamente felice. Oggi avevo non solo appreso una tecnica molto importante, ma avevo pure conosciuto una donna solare e gentile, oltre che abile come ninja e sensei, al di là delle apparenze.


    CITAZIONE
    Stato Fisico:
    Stanco

    Stato Mentale:
    Felice e rilassato

     
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11 replies since 20/10/2010, 08:37   454 views
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