Esame per Saruwatari

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  1. Ashel
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    Esame per il conseguimento del grado Genin



    Allievo: Saruwatari Kamizurui
    Esaminatore: ???
    Luogo: Foresta presso Takumi
    Ora: 05.00 AM

    Missiva per l'allievo
    Il tuo sensei d'Accademia ti ha ritenuto idoneo per sostenere l'esame genin. La Kage e tutto il Villaggio del Fiume ti augurano buona fortuna.
     
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    4.1 CONVOCAZIONE

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    Era una scura sera a Takumi e stavo consumando una frugalissima cena. Un suono secco risuonò nella stanza. Qualcuno stava bussando alla porta. Mi alzai e andai ad aprire. Davanti a me comparve Keisuke, un genin di Takumi che avevo conosciuto qualche giorno prima. Era piccolino, ma terribilmente veloce. Mi guardò con un sorriso malefico e disse:

    -Ciao, Saru-chan! Ho una lettera del Kage per te. È arrivato il gran giorno anche per te.-

    Non seppi trattenere il mio entusiasmo. Con il volto illuminato dalla gioia mi rivolsi al ragazzo.

    -Grazie Keisuke-sempai. Vuoi entrare un attimo, ti offro qualcosa? Festeggiamo!-

    Il ragazzo ringraziò, ma declinò l'offerta. Probabilmente aveva da fare. Rientrai e scartai la lettera.


    CITAZIONE
    Esame per il conseguimento del grado Genin


    Allievo: Saruwatari Kamizurui
    Luogo: Foresta presso Takumi
    Ora: 05.00 AM

    Missiva per l'allievo
    Il tuo sensei d'Accademia ti ha ritenuto idoneo per sostenere l'esame genin. La Kage e tutto il Villaggio del Fiume ti augurano buona fortuna.

    Dopo aver letto la missiva, mi buttai sul letto. Sistemai la sveglia per le 4 di mattina e cercai subito di addormentarmi. Il giorno dopo avrei avuto bisogno di tutte le mie energie, per superare l'esame. Ci misi un po' a svuotare la mente e quindi a concedermi al sonno. Fu una delle migliori dormite della mia vita, ma fu interrotta brutalmente dal suono insistente della sveglia. Alzatomi con calma, mangiai come colazione ciò che avevo abbandonato sul tavolo la sera prima. Mi vestii con calma e uscii di casa. Avevo più di mezz'ora per arrivare al luogo dell'appuntamento, che in realtà era molto vicino. Infatti bastarono 10 minuti per raggiungere l'entrata della foresta. Appoggiai la schiena al cancello e iniziai la mia attesa.

    -Sono pronto!! Stavolta non fallirò...-


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  3. Ashel
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    Una volta giunto sul posto, il giovane studente di Takumi avrebbe visto, appiccicato al cancello, un piccolo foglietto scritto a mano. Fissato con dello scotch, svolazzava per via del leggero vento, rendendosi così più visibile ai suoi occhi. Sembrava quasi strappato via da un piccolo quaderno, o da un blocco per gli appunti.

    CITAZIONE
    Da questo momento in poi inizia il tuo esame genin. Cercherà di simulare una missione vera e propria: dovrai trovare e salvare tre ostaggi, catturati da una pericolosa banda di malviventi. Non sai niente dei tuoi nemici, ma ti è stato l'identikit dei tuoi obiettivi. Si tratta di due donne e un bambino, paesani del Villaggio, contadini.
    Hai fino a mezzogiorno per eseguire la missione. Buona Fortuna.
    Il Sensei.

    Osservando la foresta, il ragazzo avrebbe avuto un leggero brivido; era da poco salito il sole oltre l'orizzonte, illuminando debolmente, con una luce fredda e distaccata, il mondo.
    Dagli alberi venivano strani rumori, e la foresta che avrebbe dovuto essere un luogo famigliare a tutti gli abitanti di Takumi, in quel momento sarebbe sembrata più pericolosa del previsto.


    CITAZIONE
    OT: Questa è una piccola descrizione della foresta in cui ti muoverai.

    Al centro è presente un piccolo lago dal quale si snodano due fiumi, uno che va verso sud e uno che prosegue verso est, inerpicandosi fino a una montagna di circa 800 m. L'altro sfocia in un altro grande fiume che disegna i confini di Takumi sulla mappa geografica.
    Per tutta la foresta sono presenti diverse grotte naturali scavate dall'acqua nella roccia; la più grande e conosciuta è in direzione nord-est, ed è studiata da alcuni minerologi per via della presenza di rocce rare e cristalli. Attualmente non vi sono squadre di studio sul campo.
    E' stata notata una zona paludosa verso nord, infestata da serpenti velenosi.
    La fauna della foresta è composta prevalentemente da uccelli e piccoli roditori: fino ad ora, non sono state segnalate specie pericolose, fatta eccezione per vipere e altri rettili il cui morso può anche essere fatale, ma la loro presenza sembra ridotta solo alla palude a settentrione.

    OT

     
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    4.2 PARTONO LE INDAGINI


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    Erano appena passate le 5 meno un quarto. Mancava ancora una decina di minuti all'arrivo del sensei, quando decisi di dare un occhiata alla foresta, che sarebbe stato teatro del mio esame. Il cancello era socchiuso e su di esso era presente un annuncio. Pensai subito agli orari di apertura oppure al regolamento, ma ciò che lessi mi sorprese:

    CITAZIONE
    Da questo momento in poi inizia il tuo esame genin. Cercherà di simulare una missione vera e propria: dovrai trovare e salvare tre ostaggi, catturati da una pericolosa banda di malviventi. Non sai niente dei tuoi nemici, ma ti è stato l'identikit dei tuoi obiettivi. Si tratta di due donne e un bambino, paesani del Villaggio, contadini.
    Hai fino a mezzogiorno per eseguire la missione. Buona Fortuna.
    Il Sensei.

    Guardai con gli occhi sgranati il foglio. Il biglietto era irrimediabilmente inviato a me.

    -Questa cosa qui non dovrebbe essere una missione o qualcosa di simile?! O magari è solo una simulazione? Non ci capisco un cazzo, ma se ho poco tempo è meglio muovermi!!-

    Osservai bene la foresta di fronte a me. Visto che ero qui da poco non avevo avuto modo ancora di visitarla per bene. Ci avevo fatto solo una passeggiatina una sera. Quindi non sapevo minimamente come muovermi.

    -E adesso cosa faccio?!! Giro a caso?-

    Poi d'improvviso giunse l'illuminazione: in diversi parchi naturali di altre nazioni all'interno si trovava una bella cartina, di modo da rendere agevole l'orientamento. Entrai così velocemente e al primo bivio girai a sinistra, in direzione nord. Iniziai a camminare con calma, lungo il sentiero. Ai lati di esso scorreva lento un fiume, uno dei tanti di questo paese. Dall'altro lato della strada invece gli alberi fitti nascondevano la visuale. Mi addentrai un attimo e vi ritrovai una gran quantità di grotte.

    -I banditi si nascondono sempre in grotte, questo è risaputo...-

    Raccolsi tutta la calma di cui ero capace e mi addentrai nella prima delle grotte. Il silenzio era totale, il buio assoluto. Il posto era piccolo e in un mezzo minuto lo girai tutto. Nessuno era dentro. Uscii e mi diressi verso la caverna seguente. Ripetei l'operazione una mezza dozzina di volte, ma senza risultati. Di grotte sembrava non essercene più, perciò ritornai sul sentiero. Al secondo bivio decisi di non deviare verso est, ma piuttosto seguii il fiume, continuando a nord. Camminai per una mezz'oretta per una strada solitaria, circondata dal nulla. Gli ultimi cento metri erano caratterizzati da un enorme presenza di insetti e quando arrivai alla fine del percorso capii il perchè. La strada terminava in uno spiazzo, che dava su una piccola palude. Da lì partivano due piccoli sentieri, che sicuramente permettevano la circumnavigazione dell'acquitrino. Riflettei un attimo sulla necessità o no di fare il giro della palude, quando i miei pensieri furono interrotti da qualche rumore. I suoni provenivano dal sentiero di sinistra ed rivelavano chiaramente la presenza di esseri umani.

    -C'è qualcuno qui... Non devono assolutamente sentirmi... Vediamo un po' se sono loro...-

    Mi diressi verso l'epicentro del brusio, nascondendomi dietro agli alberi, cercando di non essere notato.


    Saruwatari Kamizurui
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  5. Ashel
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    Muovendosi tra il territorio della foresta che gli era stato assegnato per svolgere il suo esame, Saruwatari aveva rapidamente compiuto una breve ispezione alla ricerca degli ostaggi che avrebbe dovuto liberare. Il test per l'ammissione al grado Genin, per bocca stessa della Kage, avrebbe dovuto essere abbastanza complesso per valutare la reale capacità dei nuovi ninja, futuro del Paese; il sensei, a casa, si stava chiedendo in quel momento se quella prova lo fosse abbastanza.
    In ogni caso, oramai il giovane ninja era lì e non poteva tirarsi indietro; comunque, pareva che non ne avesse la minima intenzione, al contrario: deciso a muoversi con cautela, si era nascosto per scrutare l'ambiente intorno, credendo di aver sentito uno strano rumore.
    Immobile dietro il suo nascondiglio, egli credeva di essere al sicuro. Eppure, non vi era nascondiglio sicuro per lui. Non durante quell'esame.


    Vediamo cosa ha portato il gatto.

    Una freccia sibilò nell'aria, perfidamente vicino a Saruwatari, strappandogli un capello e andando a conficcarsi su un tronco, qualche centimetro più distante del capo del giovane apprendista ninja.
    Una risata sommessa proveniva dalle sue spalle, e voltandosi avrebbe visto un uomo, il cui viso era celato da un cappello che ne impediva l'identificazione.




    Armato di bastone e arco, l'uomo pareva avesse cattive intenzioni nei confronti del ragazzo. Incoccò una seconda freccia, sorridendo barbaramente mentre lasciava che il braccio si stendesse, liscio, per far sì che il dardo partisse verso il suo obiettivo: il petto di Saruwatari.

    Non uscirai vivo di qui.

    Attorno, il silenzio totale della foresta rendeva quell'incontro quasi onirico, quasi fosse solo accaduto nell'immaginazione dell'allievo, o dalle sue paure inconsce.





     
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    4.3 SURVIVAL

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    Procedevo lentamente ai bordi del piccolo sentiero, facendo una maniacale attenzione a non fare alcun tipo di rumore. Lì in zona si trovava il gruppo di banditi, ne ero certo. Ero teso come una corda di violino e per poco non fui colto da un infarto quando una voce squillò nell'aria.

    -Vediamo cosa ha portato il gatto.-

    Strabuzzai gli occhi e sentii un sibilo provenire dalle mie spalle. Qualcosa sfiorò i miei capelli, per poi andare a sbattere contro l'albero di fronte a me. Era una freccia. Si era conficcata per bene nella corteccia, a prova della velocità con cui era stata scagliata. Mi girai con il cuore in gola. Mi sentivo intrappolato. Davanti a me si stagliava la figura di un uomo. Si trovava a circa dieci metri di distanza, sul sentiero principale. Indossava un cappelo che ne nascondeva il volto, lasciando intravedere soltanto un ghigno cupo e sadico. Teneva ancora in mano l'arco, mentre sottobraccia aveva un lungo bastone, non certo un bastone da passeggio. Ero alquanto terrorizzato, ma sorrisi e gli dissi:

    -Immagino che tu sia un bandito... Molto piacere...-

    L'uomo non mi rispose, ma incoccò con calma un'altra freccia. Da quella distanza non era impossibile schivare il colpo, ma dovevo essere tremendamente reattivo. I miei muscoli erano tutti pronti e appena l'uomo rilasciò il braccio mi tuffai velocemente verso sinistra.

    -Non uscirai vivo di qui.-

    Riuscii ad evitare il colpo di poco. Non appena raggiunsi terra dopo il balzo,ne eseguii un altro. Cercai il riparo dello stesso albero di prima, dal lato opposto questa volta. Mi bastavano pochi secondi. Rapidamente composi alcuni sigilli, per poi essere avvolto da una piccola nuvoletta.


    CITAZIONE
    Tecnica della Moltiplicazione del Corpo (Bunshin no Jutsu)
    Tipo: Ninjutsu
    Questa tecnica deve essere imparata alla perfezione da ogni ninja diplomatosi all'accademia del villaggio della Foglia. E' la tecnica base che ogni Genin deve conoscere, perchè può essere una via di salvezza. Questa Tecnica crea degli ologrammi, che non possono attaccare e se colpiti scompaiono perchè non hanno massa fisica. Se usata correttamente questa tecnica può creare tantissime copie, confondendo l'avversario e creando una possibile via di fuga o un momento di stallo dove nascondersi ed elaborare una strategia
    Consumo: 5 a copia

    Di fianco a me comparvero tre cloni. L'albero aveva sicuramente coperto la visuale al bandito, che quindi non aveva alcun modo per capire quale dei quattro fosse il vero Saruwatari.

    -Lui ha sia un'arma per il corpo a corpo, che una per il combattimento a lungo raggio... L'unica soluzione è cercare di togliergli quel fottuto bastone... Devo assolutamente farcela... Spero solo di non dover usare subito QUELLA tecnica...-

    Uscimmo allo scoperto e iniziammo a correre verso l'uomo. Io ero il secondo da sinistra. Tutti avevamo le mani giunte, in modo da essere pronti a eseguire sigilli anche durante la corsa. Avevo anche ordinato al clone appena vicino a me a destra di eseguire direttamente dei sigilli. Era pura apparenza, ma avrebbe potuto ingannare il nemico. Sempre che questi fosse un principiante. Non appena fossimo arrivati alla distanza di tre metri dall'uomo avremmo tentato una sorta di accerchiamento, questo era il mio piano.

    -Si fa sul serio... Non posso fallire!!-


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  7. Ashel
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    L'Accademia di Takumi stava sperimentando esami particolarmente complessi per mettere i suoi studenti in soggezione. Difatti, un Villaggio in crescita che aspirava a diventare più potente, doveva avere al suo seguito un esercito di ninja d'elite, non certo mocciosi diplomatisi dopo aver ingaggiato un simil-scontro per pappemolli con un sensei dotato di buone maniere. O almeno questa era l'opinione della Kage, donna anziana ma comunque molto acuta.
    Il fatto di mettere Saruwatari a contatto con la realtà della vita dei ninja, con un nemico fittiizio, certo, ma che rispecchiava una situazione tipo, di certo avrebbe fatto emergere tutte le migliori qualità del ragazzo. O forse le peggiori?
    Ad ogni modo, egli aveva preso piuttosto bene l'arrivo del bandito. Aveva infatti evitato di farsi colpire dalla freccia, che gli sibilò vicino senza ferirlo, dopodiché aveva generato dei cloni con i quali sperava di ingannare l'uomo.


    Che razza di ingenuo!

    Ingenuo? Forse. Ma sicuramente l'uomo si fece prendere dal panico non appena vide, attorno a sé, i Saruwatari che lo accerchiavano, alcuni componendo sigilli.
    L'uomo, con una smorfia, fece roteare il bastone circolarmente davanti a sé, disegnando un cerchio che voleva colpire tutti i ninja rivelando l'originale.


    Non crederai che mi faccia sconfiggere da un moccioso?

    Nel frattempo, Saruwatari avrebbe udito, dietro di sé, alcuni rumori sommessi; forse si stava avvicinando un secondo avversario, o forse si trattava di un animale. Non poteva perdere tempo, la vita degli ostaggi era nelle sue mani.

    Sono certo che apprezzerai.

    Dopo aver eseguito quello startagemma per levare di mezzo i cloni, il bandito avrebbe soffiato tutto attorno a sé del fuoco, in modo da incenerire per bene quel fastidioso ragazzo.
    Le fiamme si espansero davanti a lui, divorando quanto più ossigeno potevano fagocitare, e ruotando esse disegnarono un secondo cerchio infuocato che andava a cercare la sua vittima.


    CITAZIONE
    Fiato di Fuoco (Katon - Endan)
    Tipo: Ninjutsu
    Soffio di fuoco che crea una fiammata di medie/piccole (circa 6 metri di portata massima) dimensioni utile per colpire l’avversario di sorpresa. Se la tecnica va a segno è in grado di causare delle ferite moderate all'avversario.

     
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    4.4 BACK TO HELL



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    -Che razza di ingenuo!-

    Il mio nemico bollò subito così la mia iniziativa. Certamente non era stata stata la più brillante delle offensive, ma era un buon modo di intuire le potenzialità del nemico. E comunque era troppo tardi per tornare indietro, perciò continuai ad avanzare. L'uomo, nonostante le parole, si dimostrò intimorito dall'arrivo di quattro nemici, non riuscendo a capire quale fosse quello reale. Ma non tentennò neanche un secondo quando si trattò di difendersi. Infatti prese in mano il lungo bastone e iniziò a volteggiarlo verso di noi. La distanza rendeva fattibilissima la schivata agli esseri umani, ma questo non valeva per gli ologrammi. Non ero abbastanza abile per far compiere un movimento così veloce e difficile a quattro cloni, non sotto pressione come ero. Un errore nei miei movimenti e avrei incontrato la morte, o la bocciatura, cosa che ritenevo ancora più negativa. Quindi per non rischiare lasciai che i due cloni più esterni svanissero ancor prima che il colpo nemico fosse completato, mentre tentai di farlo schivare all'ultimo. La manovra riuscii per questioni di millimetri, e sia io che la copia fummo salvi. Almeno per quell'istante. Il silenzio, che prima dell'arrivo del bandito regnava sovrano, riprese per un attimo il suo trono. Ma fu quasi subito spezzato da un qualche ignoto rumore. Anche il brusio udito in precedenza sembrava terminato. Tutti gli indizi portavano ad una sola conclusione.

    -Se c'è qualcun altro oltre costui, posso considerarmi già dentro una bara... Meglio non pensarci e fare le cose una alla volta...-

    Un sorrisetto barbaramente maligno inondò il volto del mio avversario.

    -Sono certo che apprezzerai.-

    Sembrava un altro riferimento al presunto arrivo di rinforzi, ma presto capii che non era quello che egli intendeva. Gonfiò pian piano le guancie, mentre esuguiva rapidamente alcuni sigilli. Un lampo colpì la mia mente.

    -Mitsuki...-

    Avevo già visto una tecnica di quel genere. Quella volta avevo perso tra le fiamme la donna che amavo, i miei amici, il mio lavoro, la mia vita. Avevo rivisto mille volte nella mia testa l'immagine di quel ninja di Konoha, di come avesse gonfiato piano il suo volto, per poi farne uscire una grossa fiammata. Nella mia mente era ancora impresso il corpo di Mitsuki, ormai carbonizzato, quando ero finalmente riuscito a raggiungerla, ormai troppo tardi. Quelle immagini si erano insinuate nelle più recondite sinapsi del mio cervello. Ero convinto di averle ormai soppresse e dimenticate, ma destino volle che in quel momento dovessero ritornare, prepotenti come non mai. Era passato appena un secondo dall'inizio dei preparativi per la tecnica, ma sapevo per esperienza che di tempo non ne avevo molto.

    -Merda, non voglio fuggire... Non di nuovo...-

    Ma non avevo scelta. Non avevo tempo per attaccarlo e nemmeno tecniche per difendermi dalle fiamme. Non mi restava che un opzione.

    -Merda!!-

    Mi girai fulmineamente, dopodichè iniziai a correre con tutta la forza che avevo in corpo. Un attimo dopo la partenza udii un rumore, che mi fece capire che la tecnica era cominciata. Inizialmente ero a poco più di tre metri dal bandito, ma i pochi attimi che la mia tempestiva reazione mi concesse mi regalarono altri due metri di distanza. Non sapevo il raggio dell'offensiva. L'unica tecnica Katon che avevo avuto modo di vedere aveva colpito fino ad una decina di metri dall'utilizzatore. Ma non ebbi tempo, nè tantomeno la volontà di pensare alle possibilità di sopravvivenza. Nonostante l'incredibile vantaggio di spazio, in pochi attimi le fiamme mi stavano raggiungendo. D'un tratto sentii un fortissimo calore provenire dalle mie spalle e ciò mi terrorizzò. Ma non era solo paura di morire, quella che rende uguali tutti gli uomini. Era soprattutto paura del fallimento. Non potevo permettermelo. Non più. E per non soccombere in quest'esame dovevo ridurre al minimo i danni dovuti a quella tecnica. Anche se non sapevo assolutamente come, quindi aumentai la foga della mia corsa. In un passo avevo già perso l'equilibrio però. Fui in grado di farne un altro, prima che la cosa divenisse insostenibile. Ma prima di compiere la fatale caduta riscii a spiccare una specie di balzo, facendo leva sul piede d'appoggio. Solcai il terreno per un po', atterrando poi sulla spalla destra e procedendo ancora per mezzo metro circa, strusciando su di essa.

    -È finita?-

    Stilisticamente pessimo, quel salto mi aveva permesso di raggiungere la salvezza. Non sentendo le fiamme avvolgermi me ne resi conto rapidamente. Alzai lo sguardo e osservai ciò che mi ero lasciato alle spalle. Un piccolo muro di fiamme bloccava tutto il sentiero che congiungeva me al mio avversario. Le fiamme avevano attecchito su tutte le piante. Gli alberi ardevano e persino il terreno era percorso da lunghe lingue di fuoco che rendevano quasi impossibile il passaggio. Inoltre, nonostante un'umidità non certo bassa, da quel focolare sembrava potersi sviluppare facilemente un incendio di grosse proporzioni. Quella visione avrebbe potuto riportare a galla di nuovo la memoria dell'incidente di sei mesi prima, ma così non accadde. Riuscii subito a raccogliere tutta la concentrazione di cui avevo bisogno, e quindi agii rapidamente. Con rapide falcate raggiunsi il secondo albero dopo la fine delle fiamme e mi ci nascosi dietro. Il mio intento non era certo di celare la mia presenza, ma piuttosto volevo che il mio nemico non vedesse le mia tecnica seguente.

    -Questa volevo tenermela per dopo, ma continuando di 'sto passo non ci sarà un dopo...-

    Il mio sguardo era sempre rivolto all'avversario, sporgendo leggermente il volto dal mio riparo. Dopo aver composto rapidamente i sigilli, rilasciai la mia nuova tecnica. L'avevo appena appresa, ma sentivò già di averla fatta mia.


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    Clone di terra
    Tipo: Ninjutsu
    Utilizzando la terra nei paraggi si crea un clone fatto di terra. Il clone ha una consistenza fisica e può quindi attaccare l'avversario, ma non avendo chakra non può eseguire nessuna tecnica. Quando riceve una ferita moderata la copia ritrorna ad essere terra (le ferite leggere le può subire senza morire). Per poter essere utilizzata questa tecnica necessita di terra nei paraggi.
    Consumo: 10

    La tecnica avrebbe provocato sicuramente un po' di rumore, e ciò l'avrebbe smascherata subito in mezzo al silenzio che c'era. Per questo, ritenendo velleitaria ogni possibilità che il nemico non conoscesse la mia posizione, urlai, cercando di coprire ogni tipo di rumore.

    -Non lo sai che non si gioca col fuoco, pezzo di merda, eh?-

    La frase non era pronunciata a caso, ma era un goffo tentativo di provocazione. Ero consapevole del potere che esso aveva su un certo tipo di persone, ma quella era certamente un'arte in cui mi ritenevo non abile. Due cloni comparvero in rapida successione, formandosi a partire dal terreno. Uno si trovava rannicchiato appena affianco a me, ben celato dal tronco, mentre l'altro era dietro ad un altro albero, dal lato opposto del sentiero. Cercai di fare in modo che la visuale del bandito non comprendesse questi due nuovi arrivati, ma non posso garantire l'esattezza dei miei calcoli. Il secondo clone aveva soprattutto il compito di tenere d'occhio la zona dietro di me, e proteggermi quindi da eventuali rinforzi. Mi misi ad aspettare la prossima offensiva del bandito, riflettendo sul contrattacco.

    -Se prova il corpo a corpo una difesa ce l'ho già, mentre nel caso in cui propenda per un altro attacco da lontano non avrò scelta sul da farsi...-


    Saruwatari Kamizurui
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    OT: Scrivi bene, ruoli bene, e hai compreso la basi del meccanismo di NG. Personalmente, non vedo il motivo per cui dovrei continuare a tenerti uno studente. Da questo momento puoi quindi considerarti Genin. Guadagni 20 exp e il coprifronte. In questo modo, sarai libero ad iscriverti all'Evento o al Torneo, se lo desideri.
    Se vuoi, possiamo continuare questa ruolata per il puro gusto di vedere come andrà a finire :asd: OT

     
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    OT Grazie mille! Se ti va, a me farebbe molto piacere continuare qui. Ovviamente visto che sarai impegnata con evento e torneo dagli pure la minima priorità :asd: .

     
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  11. Ashel
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    CITAZIONE
    OT: Meglio tardi che mai o.o OT

    Sacrificando i suoi cloni, Saruwatari ebbe salva la vita. Sarebbe difatti rimasto per sempre ustionato se non si fosse scansato; in effetti, il jutsu del nemico lo sfiorò minacciosamente, rischiando di prenderlo in pieno. Fu fortuna, o straordinaria abilità, che lo fecero mancare il bersaglio.
    Saruwatari era stanco, ed era solo l'inizio dell'esame. Era stanco perché aveva visto la morte passargli vicino, ancora prima che gli fosse donato il coprifronte, in segno di rispetto da parte del Villaggio tutto.


    Si. Bene. Hai schivato questo attacco, ma gli altri ti raggiungeranno. Sono più forte di te. E non mi sconfiggerai, ragazzino.

    L'aspirante shinobi generò dei cloni, che però l'uomo non riuscì a scorgere, almeno non subito.
    Sogghignava, era davvero consapevole che il suo avversario non avrebbe visto la fine di quell'esame: in effetti, voleva metterlo alla prova in modo ancora più atroce di quanto avevano fatto la volta precedente, contro l'altro allievo, che non era sopravvissuto. Peccato.
    Soggiunse allora un'ombra, un altro individuo abbigliato allo stesso modo, che reggeva una torcia infuocata le cui fiamme disegnavano, nell'aria, oscuri e inquietanti disegni.


    Capo, staniamo la preda con questo.

    L'uomo annuì, sogghignando. Oh si. L'avrebbero stanato.
    Il sottoposto si avvicinò a un albero, e lasciò che il fuoco, lentamente, attecchisse sulla sua superficie, cominciando a divorarla con voracità.
    Non passò molto prima che queste si alzassero, cercando altro materiale, sempre di più, sempre più in alto, e sempre più in là.
    Saruwatari doveva sbrigarsi. Presto, il fuoco avrebbe raggiunto anche lui. E i suoi cloni, che lo proteggevano con il loro aiuto fondamentale.
    Aveva agito bene, fino a quel momento: pareva uno che amasse attaccare con calma, studiando prima il suo bersaglio, magari da un punto nascosto. E pareva anche che non amasse fare la prima mossa, in uno scontro: e delle volte questa esitazione poteva costare la vita. Altre, poteva portare alla vittoria.



     
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