Mostri tascabili

Caccia a Ken Sugimori di Makoto e Mei (Livello C; QM GIIJlio)

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    Demone incendiario

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    Makoto
    La copia riesce ad attirare l'attenzione del trio e tu ad avvicinarlo. L'uomo con l'odore di Sugimori non ha borse, ma riesci a raggiungere le sue tasche, in cui trovi al volo un kunai mezzo arrugginito, un pennello e un rotolo medio. Tempo di intascarti tutto quanto e uno dei tre però ti nota. Lancia un piccolo urlo di allerta e il più lesto a reagire è proprio il presunto ricercato, che con un saltello laterale si porta circa sei metri da voi. Porta le mani sotto le maniche della sua maglia, rivelando di avere due rotoli da polso pronti. Da essi estrae in un attimo un altro pennello e un altro rotolo, questa volta piccolo.
    Co-cosa vuoi da me?


    Mei
    Senti l'uomo colpito dalla tua innata biascicare qualche altro insulto a mezzabocca, non sta ancora per niente bene. Gli altri non hanno il coraggio di fermarti, vedendo le condizioni in cui si trova il loro compagno. L'accerchiamento si apre, seppur controvoglia, e riesci a passare oltre. Vieni accompagnata dal mormorio incessante dei presenti, mentre ti allontani. Dopo poco però noti Rei, la donnola. Sembra venuta a chiamarti e sembra volere che tu la segua. Se lo fai subito riesci ad arrivare in una via poco distante, dove sembra esserci un po' di trambusto in lontananza, che però non riesci a comprendere bene.




    A questo turno Mei non è ancora arrivata dove si trova Makoto e il marinaio che ha l'odore di Sugimori. A fine turno vedrà solo in lontananza che sta succedendo qualcosa (30 m di distanza) senza capire bene cosa.
     
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    Il piano di Makoto sembrò funzionare, almeno per il primo momento. Nelle tasche del presunto Sugimori trovò l'inconfondibile forma di un kunai e quella di un rotolo, che non si fece problemi a sfilare dalle sue tasche per disarmarlo. Purtroppo, la copia non riuscì a distrarre quanto Makoto desiderava, perché uno dei tre marinai si accorse di Makoto anche se ormai a cosa fatta. Il presunto Sugimori si allontanò con un salto decisamente agile per un normale marinaio. Come se non bastasse, tirò fuori da due rotoli da polso un nuovo pennello e un nuovo rotolo. Più che infastidirsi, Makoto fu piacevolmente sorpresa dalla sua lungimiranza.
    «Ah. Furbo.» commentò, effettivamente ammirata.
    Mentre la copia faceva cenno agli altri due marinai di allontanarsi - pur mantenendo un'apparenza pacifica - Makoto si infilò il bottino in tasca e prese la decisione di temporeggiare almeno un minimo contro Sugimori, così da dare sia il tempo a Mei di tornare, sia - soprattutto - al capitano della nave di partire senza imbarcare il ricercato.
    «Voglio avvisarti.» gli rispose quindi, mentre sollevava leggermente le mani, palmi verso Sugimori, come a voler dimostrare le sue intenzioni non ostili. «I tuoi vecchi datori di lavoro hanno messo una taglia su di te. Vogliono che torni a Kumo vivo.»
    Sentiva di poter dare per scontato che aveva trovato la persona giusta. Se non per il suo odore, che in qualche modo poteva essere stato camuffato, per rotoli e pennelli che aveva addosso.
    «Vorrei che mi aiutassi a capire cosa è successo, signor Sugimori. Perché non ti sei semplicemente licenziato? Perché i tuoi colleghi erano così preoccupati? Perché l'azienda è arrivata a mettere una taglia su di te? Cos'è che sai che li preoccupa? L'intera faccenda puzza parecchio.»
    Fece una breve pausa per lasciare il tempo a Sugimori di assorbire il tutto, anche se non il tempo di rispondere, non subito almeno.
    «Per come la vedo io, ci sono tre opzioni da adesso in poi.» continuò quindi. «Numero uno: vieni pacificamente con me fino a Kumo, spiegandomi la situazione. Io intasco la taglia, proseguo con le indagini proteggendoti dai tuoi nemici e se c'è qualcosa sotto, lo scopro e trascino i colpevoli davanti al Raikage. Numero due, combattiamo e vinco io: ti riporto a Kumo con le cattive, intasco la taglia e ti lascio al tuo destino. Numero tre, combattiamo e vinci tu: riesci a fuggire e passi il resto della tua vita senza la tua identità, a nasconderti, perennemente ricercato, perennemente in allerta, fino alla tua morte o finché un cacciatore di taglie meno ragionevole di me arriva a spaccarti la faccia.» Altra breve pausa.
    «Una di queste opzioni ha una serie di vantaggi molto evidenti, direi. Io scopro un crimine e faccio bella figura coi miei superiori prima di un esame Chuunin e tu puoi vivere in pace, facendo quello che vuoi, magari prendendoti quell'azienda e facendola tua o distruggerla completamente. Cosa scegli?»
    Finalmente gli lasciò il tempo di rispondere, effettivamente interessata alle sue risposte. Intanto esaminò la sua situazione. Se i due marinai erano una scorta per lui, Makoto si trovava temporaneamente in svantaggio, almeno fino all'arrivo di Mei e Rei. Un rotolo grande gli era stato rubato e quello che aveva in mano sembrava più piccolo. Makoto non aveva idea se la cosa avrebbe influito. Certo, in un rotolo piccolo ci stavano meno disegni, ma quando aveva visto Tsuna evocare quegli animali, l'inchiostro si era sollevato dal rotolo. L'aveva lasciato vuoto? Non ci aveva fatto molto caso, in realtà. Le dimensioni del rotolo limitavano le dimensioni degli animali? O dipendeva solo dal chakra speso? Era difficile da dire. Per il momento aveva troppe poche informazioni per attaccare in maniera troppo aggressiva. Forse sarebbe stato meglio addormentarlo con un genjutsu e fregarsene dei due marinai? Si sarebbero opposti se una ninja con tanto di coprifronte avesse annunciato che il loro amico era un ricercato da riportare indietro? Oh, beh, ormai era tardi per scoprirlo.

    Quanto a Rei, intanto, non aveva intenzione di non farsi seguire da Mei. Aveva ricevuto ordini molto specifici, e ritrovata la temporanea compagna di Makoto avrebbe fatto di tutto pur di portarla nel luogo del misfatto, arrivando a tirare Mei per i vestiti se non l'avesse seguita.
    Makoto
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
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    Potenziamenti:
    - Ladro VI (+12 Agilità/+12 Riflessi)
    - Affinità animale III (+15 Riflessi)
    - Olfatto 80m
    Armi:
    - Lama celata
    - 10 shuriken
    - 10 kunai
    330/360
    (-20 Copia d'Aria)
    (-10 Passo Felpato)
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    Stato Mentale:
    Concentrata



    Rei
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    Stato Mentale:
    Nervosa, di fretta.

     
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    Era stato tutto una perdita di tempo, una masnada di persone senza palle che non sapevano nulla e che l'avevano fatta perdere tempo. Mei fece spallucce, probabilmente Makoto aveva già trovato il fottuto fuggitivo con il suo naso, quindi...
    La Shirokawa si stava allontanando dal gruppetto di folla che l'aveva accerchiata quando vide quella sottospecie di sorcio, quello che stava sempre sulle spalle della kunoichi di Kumo, e sembrava che la stesse cercando.
    «Ohi, topo: notizie dalla nostra conoscenza comune?» da come si comportava la donnola, sembrava che sapesse dove si trovava e che aveva importanti novità, quindi... doveva seguirla.
    Che avesse trovato finalmente quel pezzo di merda che dovevano catturare?
    Mei iniziò a seguire Rei a passo svelto, voleva essere almeno un minimamente utile in quella caccia, e se il tipo non si fosse arreso, la Shirokawa avrebbe fatto quello che le veniva meglio: rompere le ossa alle persone.
    La donnola portò la donna in una stradina poco distante, in lontananza Mei poteva vedere che stava succedendo qualcosa e c'era pure Makoto, ma era troppo distante per vedere per bene la situazione: cosa doveva fare? Piombare lì a caso per far casino?
    Nah, ne aveva già fatto troppo, oltretutto non sapendo cosa stesse succedendo avrebbe potuto fare più danni che altro, doveva agire in una maniera differente, e mentre si avvicinava verso la fine della strada, osservò gli edifici che aveva intorno.
    Forse era meglio salire su uno di quei tetti e aspettare il momento propizio, sia per capire il tutto e osservare per bene, sia per ottenere un posto vantaggioso e nascosto.
    Quanto erano alti quegli edifici? Non sembravano altissimi, abbastanza da non farsi troppo male almeno... Mei lanciò un piccolo fischio alla donnola, giusto per farle vedere che stava per salire sopra usando l'apposita tecnica che aveva appreso quando era prigioniera, poi avrebbe rallentato per fare meno rumore possibile e avvicinarsi al bordo dell'ultimo edificio, dove in teoria si sarebbe dovuto trovare quel trambusto di gente.
    Per rendersi meno visibile, Mei si sarebbe stesa a terra e si sarebbe sporta poco, poi avrebbe atteso lo svilupparsi degli eventi: la Shirokawa era abbastanza sicura che Makoto avrebbe sentito il suo odore, quindi non aveva bisogno di farle sapere altro.



    Camminare in verticale
    Livello: 3
    Abilità che consente, tramite il chakra, di camminare su pareti verticali. Il chakra andrà concentrato nella pianta dei piedi, e consentirà di rimanere ancorati alla superficie, qualunque essa sia.
    Consumo: 1 a turno


    -8 Hoton (il precedente, quello del marinaio)
    -1 Camminare in verticale
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    I marinai che accompagnavano il sospettato sono stupiti e spaventati dalla piega presa dagli eventi e si allontanano di diversi metri, pur rimanendo a osservare. Similmente anche gli altri passanti fanno il vuoto attorno a voi, mantenendo la distanza dal centro dell'azione senza però staccare gli occhi di dosso da quella situazione quantomeno straordinaria.
    Sugimori presta attenzione estrema alle parole di Makoto, non se ne perde nemmeno una. E quando risponde si mostra non più intimorito, ma piccato e quasi disperato. Sembra proprio con le spalle al muro.
    Hai buon naso, giovane, la situazione puzza. Da morire. Avessi potuto semplicemente licenziarmi lo avrei fatto, ma sapevo che non lo avrebbero accettato, non dopo tutti gli investimenti e i piani che hanno fatto. E infatti non mi sbagliavo. Però non ce la facevo a vedere il lavoro di una vita trasformato in armi e loro dicevano di avere contatti potenti, quindi non potevo fidarmi di nessuno. Senza di me non possono fare niente, per questo voglio andare via, ma ormai se mi avete scoperto anche quella via è impraticabile, quindi devo trovare un nuovo metodo.
    Sentiamo, giovane, perché dovrei fidarmi di te, di una estranea senza nome attirata solo dall'odore di soldi e di riconoscimenti? Riusciresti a guardare una serie di giochi per bambini trasformarsi in mostri in grado di portare dolore e di ferire gente? Oppure sei in grado di garantirmi la protezione di cui parli, anche se non conosci il nemico e i suoi malefici tentacoli?
     
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    Tanto per cominciare, si era tolta un dubbio. I marinai non erano guardie del corpo assunte da Sugimori, e la cosa divenne piuttosto evidente dal loro atteggiamento. Makoto poteva quasi sentire la paura che stavano provando, che fosse solo una sua impressione o meno cambiava poco, l'importante era che si erano allontanati e non sembravano avere intenzione né di intervenire né di perdersi la scena. I passanti fecero lo stesso. In pratica stavano dando spettacolo. Beh, li avrebbe accontentati, almeno un pochino.
    Rimase in silenzio mentre Sugimori le rispondeva. Confermò che in effetti c'era qualcosa che non andava in quella storia, e raccontò anche i motivi per cui si era allontanato dalla sua azienda. Il volto di Makoto era piuttosto espressivo e si fece prima compiaciuto dal complimento di Sugimori, poi abbastanza corrucciato al sentire di come "loro" volessero trasformare dei giochi in armi. Il tutto, probabilmente, all'insaputa del Raikage.
    Durante le sue spiegazioni, tra l'altro, venne raggiunta da Rei, che come al solito le saltò addosso per posizionarsi sulla sua spalla. La donnola aveva guidato fin lì Mei e aveva insistito per farsi seguire, squittendo offesa quando la ragazza aveva preso un'altra strada ma tranquillizzandosi non appena lei le aveva mostrato le sue intenzioni, andando quindi a raggiungere la sua compagna. Makoto si rilassò appena non appena vide l'animale, e cercando di annusare l'aria in modo non troppo palese, riuscì a percepire l'odore di Mei. Non sapeva di preciso dove fosse la donna, ma sembrava vicina. Preferì non arrischiarsi ad annusare per bene per non allertare Sugimori.
    Quest'ultimo, tra l'altro, sembrava piuttosto sincero nelle sue parole, anche se Makoto non apprezzò particolarmente la sua provocazione. Non che le desse fastidio che la accusasse di essere "attirata dall'odore di soldi e riconoscimenti". Era palesemente la verità. Ma che dubitasse delle sue abilità e delle capacità di portare a termine quell'indagine? Era fuori dal mondo. Cercò di non darlo troppo a vedere comunque, e decise di stare al suo gioco, anche solo per il fatto che c'erano degli spettatori ad assistere.
    «Senza nome? Mi chiamo Makoto. Non ti ispira fiducia?» gli rispose, con il suo solito sorrisetto quasi infantile, soddisfatta di aver fatto un gioco di parole col significato del suo nome.
    «I soldi mi servono per vivere, i riconoscimenti mi servono per vivere bene, ma non sono stati solo quelli a spingermi fin qui. Credi che questo lo porto per gioco, signor Sugimori?» disse, indicandosi col pollice il coprifronte sulla gola. «Se i tuoi capi complottano nell'ombra per creare armi sotto il loro controllo, sono dei criminali. Fine della discussione. E il Raikage non apprezza che dei criminali siano convinti di poter dettare legge nel suo Paese.»
    Beh, non aveva chiesto il parere del Raikage, ma l'immagine che Shireito dava al popolo era quella, no? Un guerriero onorevole, pronto a difendere i suoi cittadini. Sarebbe stato imbarazzante scoprire era lui il "contatto potente" con cui avevano minacciato Sugimori. Ma ne dubitava persino una paranoica come lei.
    «Pensaci bene, signor Sugimori. Se fossi stata interessata solo ai soldi ti avrei attaccato e basta, non credi? Sono arrivata alle tue spalle senza che te ne accorgessi, e invece di metterti fuori combattimento ho preferito disarmarti per parlare con calma con te.» Nel dirlo, avrebbe infilato lentamente la mano in tasca per recuperare il rotolo rubato a Sugimori e mostrarglielo. «Che ne dici, signor Sugimori? Vieni con me fino a Kumo e risolviamo insieme questa faccenda o preferisci scappare di nuovo dai tuoi problemi lasciando che loro facciano il cavolo che vogliono?»
     
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    La scena sembrava chiara, Makoto stava contrattando con il fuggitivo per farlo desistere dal lottare, anche se Mei aveva ben poche speranze, in realtà quasi le dispiaceva se la kumiana fosse riuscita nel suo intento.
    Per questo motivo rimanere lì sul tetto era abbastanza difficile, aveva davvero una gran voglia di menare le mani, in fin dei conti si era già trattenuta abbastanza con quei marinai al porto, se poi tutta quella storia sarebbe finita con un semplice arresto... Non era decisamente divertente, oltretutto rischiava seriamente che quella ladruncola non dividesse la taglia con lei!
    Era una bella situazione di merda per lei, se avesse agito ora avrebbe mandato all'aria il piano di Makoto, e visto che non la conosceva benissimo non poteva sapere come avrebbe reagito.
    La Shirokawa scosse la testa e tentò di nascondersi quanto meglio potè, era abbastanza sicura che quell'idiota di Sugimori non avrebbe mai accettato di andare in prigione senza nemmeno provare a difendersi, e solo in quel momento Mei sarebbe saltata fuori, facendo concludere rapidamente quel probabile scontro.
    Aveva un considerevole vantaggio tattico, dopotutto, e sarebbe da stupidi non sfruttarne l'utilità.



    Post davvero, davvero breve, vi chiedo scusa ma vista la situazione non posso fare altro ç.ç
     
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    L'uomo ascolta ancora una volta con estrema attenzione, fissando Makoto negli occhi.
    Va bene, va bene. Mi hai convinto.
    Dopo aver ritirato rotolo e pennello si avvicina alla kumiana, con le mani alzate in segno di pace. Non sta mentendo, la giovane lo può capire senza ombra di dubbio. Intorno a voi il silenzio è assoluto, ma diversi occhi osservano interessati.
    Abbiamo attirato un bel po' di attenzione. Se davvero vuoi procedere come dici tu dovremo avere con molta più circospezione. Hai qualche piano?
     
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    Makoto fu quasi sorpresa nel sentire che l'uomo, in effetti, si era convinto a seguirla fino a Kumo senza combattere. Cercò di non dare a vedere la sua sorpresa, ma non si impegnò neanche più di troppo. Mentre l'uomo si avvicinava, gli andò incontro e non appena fu abbastanza vicina iniziò a girargli lentamente intorno, mantenendo le distanze ma annusandolo senza nascondere il gesto. Quando si ritrovò davanti a lui lo scrutò in silenzio per qualche istante. Decise infine di fidarsi del suo istinto, nonostante la paranoia, e di accettare la sincerità di Sugimori. E in segno di buona volontà, gli porse non solo il rotolo che gli aveva rubato, ma anche il suo pennello e il suo kunai. Fatto questo, rivolse qualche occhiataccia a caso verso il pubblico che si era avvicinato per guardare.
    «Non avete da lavorare?» cercò di liquidarli, mentre ordinava telepaticamente alla copia di fare strada. Fece un cenno a Sugimori, invitandolo a seguire la copia, mentre lei avrebbe fatto da chiudifila per assicurarsi che non fossero seguiti.
    Se l'uomo non si fosse opposto, l'avrebbe guidato per vicoli a casaccio fino a trovarne uno particolarmente vuoto, lasciandosi guidare dal suo naso e scegliendo le strade dalle quali percepiva meno odori. Se a quel punto Mei non si fosse ancora rivelata, avrebbe evitato di chiamarla, pur assicurandosi che rimanesse nel raggio del suo olfatto. Non sapeva bene come avrebbe reagito lei al suo piano, sperava solamente che non volesse ostacolarla in qualche modo.
    Se fosse riuscita a trovare un luogo abbastanza isolato - dopo aver controllato bene di non essere stata seguita se non da Mei - si sarebbe fermata per parlare con Sugimori.
    «Dunque. Un piano.» iniziò, riflettendo ad alta voce. «Idealmente, incassare la taglia e poi far arrestare quelli che ti hanno minacciato. La prima parte è facile, ma per la seconda mi servono le prove. Che materiale puoi farmi avere, anche da dentro l'azienda? Carte incriminanti? Bersagli da seguire, su cui indagare? Idee su quali "contatti potenti" dovrebbero avere? Non posso andare all'ufficio del Raikage solo con la tua parola, signor...?» esitò un attimo. «Che nome vuoi usare?»
     
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    Ah, ecco che Sugimori manda a quel paese Makoto e... aspetta un attimo, si era arreso?
    «Ma che cazzo...» sussurrò Mei, esponendosi leggermente di più per guardare meglio quella specie di teatrino che aveva avanti agli occhi: si era davvero arreso ad una sconosciuta? Dopo tutto quel discorso dei poteri forti che erano immischiati e cose simili?
    Certo, non aveva l'aria che stesse mentendo, ma l'intuito può fallire, e a pensare male si fa peccato, ma spesso si ha ragione, e allora come mai una tipa come Makoto si era lasciata convincere?
    Era tutto troppo semplice, qualcosa non quadrava, alla fine Sugimori aveva faticato abbastanza per fuggire, non poteva arrendersi alla prima kunoichi che vedeva.
    Mei si guardò intorno come se cercasse qualcosa di sospetto, magari il tipo stava prendendo tempo e aspettava rinforzi, magari aveva preparato una trappola per qualche situazione simile, per la Shirokawa era semplicemente inconcepibile una resa.
    E cosa stava facendo, poi, Makoto? Gli stava riconsegnando le armi? Era impazzita?
    Oltretutto, la ladra di Kumo stava portando Sugimori in qualche vicoletto sperduto per discutere di un "piano", più quella storia andava avanti e più Mei era meno convinta, decise quindi di seguire i due sempre attraverso i tetti, senza farsi vedere dal diretto interessato. Ora la donna era decisamente più sull'allerta, era come se avesse fiutato un possibile pericolo, odiava fin troppo le persone furbe e aveva avuto anche una esperienza diretta con tipi del genere.
    Doveva stare attenta anche per Makoto, d'altronde: non solo si stava esponendo, ma non è che stava progettando di tagliarla fuori? Era proprio una bella domanda.
     
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    Quando scacciate gli astanti la piccola folla si disperde, ma Sugimori deve fare un'ultima cosa prima di poter venire insieme a te. Fa un cenno con la testa ai suoi compagni marinai, invitandoli ad andare avanti subito, senza aspettarlo.
    Conoscendo il capitano non mi aspetteranno e partiranno senza me. Mi spiace aver lavorato gratis per lui, però pace, l'importante è risolvere la questione.
    Quando gli vengono ridati i suoi possedimenti rubati, l'uomo li mette via in un attimo, come dimostrazione ulteriore di non belligeranza. Poi segue Makoto senza fiatare né fare alcuna mossa fuori posto. Ascolta le sue parole, pensieroso, poi riflette qualche secondo prima di rispondere.
    Sicuramente posso mostrare il progetto iniziale e come intendevano trasformarlo in arma. Qualche carta dovrei averla, anche se poca roba, più che altro posso replicare la cosa. Non sono perfezionati, ma con questi prototipi ho comunque sconfitto qualche cacciatore di taglie che mi era venuto dietro. Carte nell'azienda non so se ci sono, non credo contabilizzino questioni illegali come questa. E non sono sicuro quali contatti abbiano, considerato che sono riusciti a mettere una taglia immagino siano più contatti con ambienti poco puliti, forse. Non ho molti dati su questo, più minacce vaghe che conoscenze dirette. Ho quasi soltanto la mia testimonianza da offrire, ma penso possa bastare, non credi?
     
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    Ken Sugimori la seguì senza fare troppi problemi, cosa di cui Makoto fu piuttosto grata. Sarebbe stata veramente una scocciatura se avesse deciso di attaccarla lontano da occhi indiscreti. Non ne aveva particolare paura, soprattutto considerato che continuava a sentire l'odore di Mei, probabilmente pronta a intervenire nel momento del bisogno. Non fu comunque quello il caso. Sugimori si mantenne collaborativo fino alla fine, quando si fermarono a discutere.
    Makoto ascoltò un po' perplessa le parole dell'uomo, che non sembrava avere troppe prove a suo vantaggio, ma sembrava piuttosto convinto che la sua testimonianza bastasse a incastrare i suoi superiori per le loro malefatte. Arrivati a un certo punto, a Makoto importava relativamente poco della riuscita della cosa, lei poteva dire di averci provato almeno.
    «Quindi... torniamo a Kumo, incasso la mia taglia e poi andiamo semplicemente a denunciare?» ricapitolò con un mezzo sospiro. «Guarda, a me sta bene così. Io ti credo, ma ricordati che non sono io quella che deve crederti. Posso offrirti giusto protezione e al massimo posso provare a fare qualche indagine indipendente se me lo permettono, ma in un modo o nell'altro la storia deve concludersi, quindi cerca di essere convincente coi miei superiori, ok?»
    Aveva tutta l'intenzione di mantenere la sua parola, ma la situazione non pareva particolarmente rosea. C'erano poche basi su cui aprire un'indagine, e si basavano tutte sulle testimonianze di Sugimori. Dipendeva tutto da quanto gli avrebbero creduto agli uffici del Kage. Sperava che la minaccia di una compagnia privata che stava sviluppando armi in segreto fosse abbastanza importante da scomodarli, quantomeno.
    Se Sugimori non avesse aggiunto altro, allora, Makoto avrebbe annunciato ad alta voce l'intenzione di cominciare a incamminarsi verso Kumo e dunque, come prima, avrebbe comandato alla copia di muoversi e fare da aprifila, con Sugimori dietro. Lei sarebbe rimasta indietro di un paio di metri per controllare che nessuno li seguisse, come prima, ma stavolta avrebbe approfittato del fatto che Sugimori fosse di spalle per cercare di fare dei cenni verso Mei. Sembrava essere ancora all'interno del suo raggio, ma ancora non poteva vederla, quindi avrebbe gesticolato verso il vuoto sperando che lei la vedesse. Dando le spalle a Sugimori, avrebbe fatto dei cenni interrogativi, un silenzioso "cosa stai facendo?" privo di frustrazione o arroganza - era sinceramente incuriosita dalle scelte di Mei - magari seguiti da altri cenni di continuare a seguirla. Cercò anche di mantenere le mani all'altezza del proprio petto in modo che se Sugimori si fosse voltato non li avrebbe visti in maniera palese. Non avrebbe atteso più di tanto, comunque, e dopo aver effettivamente controllato di non essere seguita avrebbe raggiunto Sugimori e la copia, riprendendo a camminare, diretta effettivamente verso Kumo a meno di imprevisti.
     
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    Parole, parole e parole, quel Sugimori era un tipo che parlava perfino troppo. Era innocente o colpevole? Poco importava, era importante che non facesse mosse avventate, non rimaneva che scortarlo fino a Kumo visto che Makoto l'aveva convinto.
    Così quell'avventura sarebbe finita semplicemente così, con loro che accompagnavano Sugimori alle autorità della Nuvola, tuttavia c'era sempre qualcosa che non tornava, Mei se lo sentiva dentro.
    In ogni caso, finite le parole, quei due si misero in marcia, la copia di Makoto si trovava avanti a tutto come aprifila, il VIP subito dietro e poi la kunoichi originale.
    Durante il cammino, però, Makoto stava gesticolando qualcosa apparentemente verso il vuoto, ma molto probabilmente intendeva lanciare un messaggio all'albina, sembrava che stesse chiedendo... "che stai facendo?"
    Mei in quel caso si sarebbe affacciata di più dal tetto su cui si trovava per poi rispondere a quella comunicazione non verbale, anche se effettivamente non sapeva di preciso come fare.
    Beh, in ogni caso la donna avrebbe fatto cenno alla ragazza che avrebbe continuato a seguirli dalla distanza tenendo d'occhio i dintorni, in fin dei conti se loro due erano riuscite a trovare Sugimori, pure le persone dalle quali lui scappava non avrebbero faticato a rintracciarlo.
    Così Mei passò dall'essere l'elemento a sorpresa contro Sugimori all'essere l'elemento a sorpresa contro gli ignoti dal quale Sugimori stesso stava fuggendo.
    Probabilmente era davvero tutta paranoia, alla fin fine.
     
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    Demone incendiario

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    Takumi
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    Il ricercato vi segue senza protestare, esegue solo un'ultima precauzione, ovvero utilizzare la Trasformazione, cambiando aspetto in quello di un ragazzino con il coprifronte di Kumo, in modo da attirare pochi sospetti. Quando arrivate dalle guardie del villaggio egli deve però dichiarare la propria identità, ma basta una breve spiegazione per ottenere il permesso di ingresso. Anche a Mei viene concessa questa possibilità, se si presenta insieme alla sua alleata kunoichi, altrimenti deve aspettare fuori. La comitiva viene ricevuta senza problemi nel palazzo del kage, dove un alto funzionario ascolta con cura prima il rapporto di Makoto e poi le parole del catturato. A questo punto il funzionario congeda i cacciatori di taglie, consegnando i soldi previsti nel manifesto, sta a voi mettervi d'accordo su come dividerli.
    Makoto non riceve altre informazioni sulla questione e nei giorni successivi, se lo chiede, le verrà detto che una task force sta indagando e risolvendo la situazione. Passa in tutto una settimana dal ritorno a Kumo di Sugimori quando diventa pubblica la notizia che i vertici dell'azienda "Giochi Mostruosi" sono stati arrestati per traffico di armi e collusione con un gruppuscolo criminale del Paese dell'Artiglio. Quello stesso giorno la ragazza riceve una lettera da parte proprio di Sugimori, che la ringrazia molto per il suo aiuto. È infatti per merito della kunoichi se può ancora tentare di raggiungere il suo sogno, anche se la strada è ancora lunga e difficile. In allegato alla lettera c'è anche un rotolo da polso, con all'interno un quadro di medie dimensioni, raffigurante tre strane creature: un buffo rettile con un bulbo sulla schiena, una tartarughina bipede e una sorta di salamadra con la coda infuocata. Il dipinto ha come titolo "L'inizio". Sugimori scrive che questa opera è un dono, per mostrare la sua gratitudine, e che puoi tenere anche il rotolo, forse più utile per il tuo lavoro.

    Caccia conclusa con successo. La taglia viene riscossa, 2500 ryo che dovete dividere tra voi come meglio credete. Il resto delle ricompense è separato, come sempre.

    Revan: hai ruolato sempre molto bene e hai usato in modo preciso le capacità della pg per trovare le informazioni. Sul finale te la sei giocata davvero bene a parole, evitando la battaglia e sfruttando la situazione a tuo vantaggio. Exp massima e piccolo extra proprio per questo motivo. Makoto ottiene:
    -10 exp
    -1 rotolo delle armi da polso
    -1 quadro con gli starter di Kanto

    Brenn: hai ruolato bene, ma hai fatto un paio di errori che hanno reso più difficile il tuo ruolo nella vicenda. Il primo è stato calcare un po' troppo la mano nell'abbordare i due tizi, il secondo usare l'innata contro un civile. Il primo è stata una cosa minima, che poteva essere recuperata facilmente il post dopo, l'altro invece è stato un errore di calcolo che poteva costarti più caro. Dopo ti sei ripreso, sei riuscito a eludere la situazione di pericolo e ti eri messo in una situazione davvero favorevole. Se ci fosse stato lo scontro probabilmente saresti stato in grado di piazzare il colpo decisivo, vista la posizione di vantaggio in cui eri riuscito a mettere la pg. Mei ottiene:
    -7 exp

    Se volete fare un ultimo giro di post (o anche più di uno) potete farlo senza problemi.
     
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    Demone perturbatore di anime

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    Kumo
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    Inizialmente le sembrò che il suo gesticolare non fosse servito a molto. Cominciò a pensare che Mei non l'avesse notata, o che non volesse rivelarsi neanche a lei; poco dopo, però, la vide comparire da sopra un tetto e gesticolare a sua volta. Non comprese esattamente cosa volesse dire, ma non sembrava allarmata né in disaccordo col piano, quindi annuì verso di lei e riprese a camminare.
    Durante il cammino cominciò a riflettere sui piani futuri, cercando di immaginare a quali piste avrebbe potuto seguire. Non si oppose alle precauzioni di Sugimori, anzi apprezzò la sua idea anche se storse visibilmente il muso in una smorfia poco contenta non appena notò il falso coprifronte di Kumo. Capiva la necessità di nascondersi, quindi non disse nulla, ma il suo umore così come l'atteggiamento verso Sugimori peggiorarono leggermente durante il viaggio.
    Non si fece problemi a rivelare alle guardie del villaggio il motivo della trasformazione di Sugimori, anche se non avrebbe menzionato Mei a meno che la donna non si rivelasse da sola. Anche all'ufficio del Kage avrebbe fatto lo stesso, raccontando per filo e per segno delle sue indagini, delle conclusioni a cui era giunta e della sua idea di indagare sull'azienda, ancora una volta senza menzionare Mei a meno che lei si fosse rivelata da sola. Le dava parecchio fastidio l'idea di mentire - od omettere, in questo caso - ma erano quelli gli accordi presi con Mei all'inizio della caccia e aveva intenzione di rispettarli. C'era anche da ammettere che il contributo di Mei non era stato poi così rivelante da essere inserito in un rapporto ufficiale, forse, ma riflettendoci un po' su Makoto arrivò alla conclusione che preferiva pensare che la sola presenza di Mei la aveva aiutata. L'idea di avere le spalle coperte, un asso nella manica. Solo grazie a quello si era permessa tanta spavalderia con Sugimori.
    Uscita dall'ufficio del Kage, iniziò subito a fare i conti. Aggiungendo la ricompensa ai suoi risparmi avrebbe avuto abbastanza soldi da acquistare tutto ciò che progettava di avere da tempo, quindi avrebbe accettato di buon grado l'idea di dividere a metà la ricompensa con Mei nonostante tempo prima le aveva chiesto una quota più grande. A Makoto piacevano i soldi, ma non era avida e non le piaceva l'idea di accumularne troppi senza usarne, quindi non avrebbe sentito il bisogno di insistere con Mei se lei avesse voluto più della somma concordata. Come avevano già deciso, le avrebbe portato la sua ricompensa fuori Kumo se lei non avesse voluto entrare nel Villaggio.

    La settimana successiva fu un po' un tormento. Avrebbe voluto ottenere il permesso per indagare personalmente sulla faccenda, ma per qualche motivo mandarono qualcun altro. Forse Sugimori li aveva spaventati abbastanza da mandare qualcuno più esperto di lei, e in quel caso tanto di guadagnato, ma avrebbe voluto almeno partecipare. Se non altro per curiosità e per mantenere la promessa fatta a Sugimori. Chiedere informazioni non le portava nulla di buono e dopo aver ottenuto per la terza volta la stessa risposta capì l'antifona e preferì evitare di insistere. Affondò i suoi dispiaceri nello shopping e nel progettare insieme a Fuchs un nuovo strumento.
    Fortunatamente non dovette aspettare più di tanto. Dopo solo una settimana, durante un giro per il Villaggio, il suo orecchio colse dei nomi familiari in mezzo a dei discorsi di alcuni passanti. Indagando un po' scoprì che in effetti l'indagine era conclusa con successo ed era stata resa pubblica. Un po' irritata per non essersi guadagnata un po' di gloria aggiuntiva ma tutto sommato sollevata, rientrò a casa appena in tempo per salvare un piccolo rotolo e una lettera dalle grinfie di Rei. Sorrise soddisfatta dopo aver letto le parole di Ken Sugimori, contenta di aver avuto almeno la sua gratitudine come ricompensa aggiuntiva. Quella, e un bel dipinto che mostrava tre strani mostriciattoli.
    «Mi piace. Se lo appendo prometti che non me lo distruggi?» chiese alla donnola, ricevendo solo incomprensibili versi come risposta. «Mi piace questo in particolare, anche se quella lattuga mi fa venire fame.» annunciò distrattamente, osservando il rettile col suo bel bulbo, che le ricordava il triste destino del vasetto sul suo davanzale, dove aveva piantato mesi prima una cipolla che non ne voleva sapere di spuntare.
    Quel quadro divenne il suo primo pezzo di arredamento ufficiale nel suo appartamento.
     
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